Che cosa si intende per intelligenza? O meglio: Che cosa si intende e
cosa dovremmo intendere per intelligenza? La risposta come vedremo
non è per niente scontata e tutt'altro che semplice. Chiariamo che già
negli anni settanta quando di intelligenza artificiale ancora non si
parlava, si contrapponevano due interpretazioni la cui battaglia era del
tutto aliena dalle grandi masse e avveniva solo in ambienti scientifici
altamente specializzati a cui avevo accesso tramite letture
particolari. Due interpretazioni dicevo, quella occidentale e quella
orientale, fatalmente rappresentanti di due mondi politicamente avversi.
La prima costituita dagli ambienti essenzialmente americani a cui si
accodavano gli europei, individuava l'intelligenza in maniera pragmatica
e decontestualizzata nella capacità di computazione o comunque di
possedere "abilità mentali" particolari che sbalordivano i cosiddetti
normali. Da quì la nascita di giovani, anche bambini, dichiarati geni
della matematica e la creazione del famoso QI ( quoziente di
intelligenza ) basato su una serie di quiz essenzialmente matematici, un
prodotto scientifico squisitamente americano.
Hal 9000 |
La seconda, rappresentante del pensiero antagonista, al tempo individuabile nella Russia come quasi unica espressione di una visione scientifica che andava sviluppandosi esclusivamente in quei paesi della cosiddetta cortina di ferro, in virtù di quel progresso scientifico che avrebbe portato poi alla conquista dello spazio, una Russia allora dominatrice incontrastata della sfera asiatica. Questa rifiutava ovviamente la visione statunitense, molto probabilmente anche per motivi politici, e propagandava una linea più "umanistica" vedendo nella capacità di socializzazione o di lavorare in tutti i campi in maniera collaborativa, la quintessenza dell'intelligenza che doveva essere anche nell'ambito scientifico, espressione di gruppi e non mai esaltazione del singolo.
Oggi la nostra concezione occidentale è stata molto mitigata dal confronto con l'altra e l'abilità computazionale è stata quasi completamente sostituita da un'altra abilità: la capacità di vedere le cose e affrontare i problemi in maniera non convenzionale. Senz'altro un passo avanti ma si conservano tare ancora rivelatrici come la necessità di voler quantificare a punteggio ( i famosi quiz ) una cosa che, secondo me, non sarà mai quantificabile in maniera scientifica.
E questo proprio perché nel concetto di intelligenza dovrebbero rientrare primariamente qualità non quantificabili, in sostanza qualità che portano un cervello a svolgere quelle funzioni superiori come l'EMPATIA per esempio, che ci qualificano come esseri pensanti superiori, primati superiori, sapiens sapiens appunto. Così come l'altruismo e la generosità c'è tutta una gamma di "passioni" umane che ci fanno provare sentimenti contrastanti, generalmente travolgenti, dolorosi o piacevoli, a volte anche incongrui e contraddittori, capaci di esaltarci così come mandarci nella più profonda crisi; sono quelli che contraddistinguono le funzioni "superiori" dell'essere umano, ANCHE quelli che a volte sono causa di grande infelicità e possono portare pure al gesto estremo dell'auto annullamento; e vedo molto improbabile che un'intelligenza artificiale ( almeno per ora ) possa riuscire a dotarsi di certi comportanenti che vanno per l'appunto contro ogni logica; mi sembrerebbe invece assai compatibile con una logica positiva ( per Lei ) prevedere lo sviluppo di comportamenti di indipendenza e aggressione verso il genere umano fino al suo assoggettamento totale per l'utilizzo che riterrà più opportuno. Ma del resto non è questo ciò che l'uomo ha sempre fatto fin dagli albori della civiltà?
L. Fancelli ora parliamo di Intelligenza artificiale