FANCY 1

Qualcosa per riflettere, pensare, sognare...alzare il "punto di vista"...

martedì 9 aprile 2024

TEMPO DI...CALABRONI

 

I PIU' GRANDI

 Vespa Crabro - Detta CALABRONE sono i parenti più grandi delle comunissime vespe, come queste assai temibili per i loro grossi pungiglioni e le pericolose ( anche per l'uomo ) dosi di veleno che iniettano generalmente solo nelle api di cui sono accanite cacciatrici. Di carattere estremamente mansueto, bisogna proprio andarle a stuzzicare per farsi pungere, a differenza delle comuni più piccole vespe ed altri vespidi. L'aculeo, liscio e affilato sembra essere fatto apposta per penetrare il corpo delle api e con altrettanta facilità viene ritratto ( le api invece pungono soltanto per difesa ma il loro pungiglione dentellato rimane spesso nei tessuti del nemico tanto che strappandosi provoca la morte dell'insetto ).Il comportamento all'interno dell'alveare è molto simile a quello delle api: quando le larve reclamano cibo ogni adulto esce all'esterno a fare incetta di ragni, altri insetti, polpa di frutta o nettare di fiori. La regina, sollevata da tali incombenze, continua a deporre quante più uova possibile. Nel corso dell'estate il nido conterà fino a tremila individui e tuttavia la vita della colonia durerà una sola estate.           Con l'autunno, il freddo uccide tutte le operaie e la vecchia regina. I maschi ( fuchi ) escono all'esterno della colonia in voli nuziale e muoiono subito dopo aver espletato il loro compito. Sopravviveranno solo alcune femmine  nate anch'esse in autunno e che, a differenza delle operaie, sono fertili. Attenderanno la primavera successiva per fondare nuovi effimeri regni.






Ha catturato la sua preda preferita: l'ape.

I tre "ocelli " sopra la testa servono solo per l'orientamento: anche senza sole sono in grado di orientarsi perfettamente    

Bombo


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La Vespa velutina arrivata anche in Toscana

L’arrivo e la diffusione di specie aliene è una delle principali cause di perdita di biodiversità. Da alcuni anni l’Europa sta affrontando l’invasione di una specie particolarmente temibile, il calabrone dalle zampe gialle Vespa velutina nigrithorax.

  a sn il Calabrone asiatico/Calabrone a zampe gialle: la Vespa velutina; a dx il Calabrone europeo Vespa crabro

A causa della sua flessibilità ecologica, rapidità di dispersione e specializzazione nel predare le api, questo calabrone desta grande preoccupazione dal punto di vista ecologico ed economico. A differenza dell’ape asiatica (Apis cerana), infatti, la nostra ape (Apis mellifera ligustica) non riesce a difendersi adeguatamente. Oltre alle api – che rappresentano l’80% della dieta proteica delle larve di velutina in ambiente urbano e il 45-50% in ambiente rurale – il calabrone preda anche altri importanti impollinatori (bombi, megachilidi, farfalle, etc).

Danni secondari, ma non trascurabili, sono quelli ai frutti maturi, prediletti dagli esemplari adulti di velutina

Il tasso di aggressività verso l’uomo è analogo a quello del calabrone europeo. In prossimità dei nidi però l’attacco può essere violento: 8-12 punture possono provocare un avvelenamento che richiede il ricovero in ospedale.

All’inizio del mese di aprile 2020 sono ricominciate le segnalazioni di Vespa velutina nelle provincie di La Spezia e quelle di Massa e Carrara dove erano state segnalate la prima volta nel 2007.

Fai una segnalazione

elimina nido -     Da ogni nido di velutina potrebbero nascere, l’anno successivo, altre 30-40 colonie. Scopri come distruggerli nella tua zona.

Fai trappole     

sito http://www.stopvelutina.it/notizie/

martedì 27 febbraio 2024

28 -  IL CASTAGNACCIO

   Il castagnaccio risale alle epoche più lontane: Castagneto ( oggi Carducci - prima Marittimo sotto la provincia di Pisa ) era molto ben fornito di boschi di castagni che, a quanto sembra, nonostante la bassa altitudine delle colline che si affacciano direttamente sul mare, si erano adattati tranquillamente al clima mite e caldo umido della zona. Oggi non ne sono rimasti quasi più ma allora erano una delle poche ricchezze per la sopravvivenza della popolazione: Oltre il legname, la farina di castagne era una risorsa irrinunciabile e nei boschi ancora rimangono i ruderi di vari seccatoi, generalmente adiacenti ai fossi dove, dopo la seccatura, procedevano alla macinazione delle castagne e alla produzione della famosa "farina dolce". 

             Tutti i forni dunque, di cui il centro storico era ben fornito,  durante la stagione invernale sfornavano uno dei dolci più ambiti:

CASTAGNACCIO, il dolce senza zucchero



 

Ingredienti

  • 50 g uva passa
  • 1 cucchiaio vinsanto
  • 250 g farina di castagne
  • 1 pizzico di sale
  • 400 ml acqua
  • 20 g pinoli
  • 50 g noci
  • rametti di rosmarino
  • Olio extravergine di oliva


  • Scaldate il forno a 180°C e mettete l'uvetta in ammollo in una ciotolina con un po’ di acqua tiepida e un cucchiaio di vinsanto.
  • Setacciate la farina di castagne in una ciotola ampia e aggiungete un pizzico di sale.
  • Versate poi l’acqua poca per volta, mescolando continuamente in modo che non si formino grumi. Unite l’uvetta strizzata e metà dei pinoli e delle noci. Mescolate ancora per distribuire bene gli ingredienti.
  • Ungete con abbondante olio extravergine di oliva una teglia rotonda di 25/30 cm di diametro e riempitela con l’impasto del castagnaccio.
  • Cospargete la superficie con i rimanenti pinoli, noci, e aghi di rosmarino. Finite con un filo d’olio e infornate in forno caldo.
  • Cuocete per circa 25-30 minuti, finché il castagnaccio non sarà asciutto in superficie, con una trama di rughe sottili, ma ancora morbido al suo interno. Si può mangiare tiepido o freddo.
                  Un buon vino dolce sarà l'accompagnamento ideale; vi consiglio un Aleatico dell'Elba o un vinsanto di Pantelleria ( benché a Bolgheri abbiamo anche un aleatico Antinori che...)  
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lunedì 26 febbraio 2024

TEMPO DI CINGHIALE - Le ricette di cucina della tradizione castagnetana

10)

  CINGHIALE IN SALMI'      

          Ingredienti per 4 persone:
1 Kg. di carne di cinghiale con osso;
1 Salsiccia toscana;
100 g. di olive nere da cucina,conservate sotto sale e limone;
1 bicchiere di vino rosso;
2 cucchiai di concentrato di pomodoro;
Rosmarino e aglio q.b.;
2 chiodi di garofano;
Sale e peperoncino piccante q.b..
                                                        Preparare in un capace tegame, il solito sfritto in un filo d'olio, con una grossa cipolla rossa, due carote e una costola di sedano, oltre ad almeno tre ramoscelli di rosmarino e almeno tre spicchi d'aglio,  finemente tritati ( aggiungere l'aglio solo da ultimo per non farlo annerire ).

                                                       Tagliare la carne in pezzetti più piccoli di un normale spezzatino, sminuzzare la salsiccia e aggiungere il tutto alla preparazione suddetta, aggiustando di sale e peperoncino a seconda dei gusti, con l'avvertenza di completare con la giusta quantità di olio che in questo caso dovrà essere abbondante (circa 25 cc.).
                Cuocere per mezz'ora circa e poi sfumare col vino rosso e lasciare evaporare. A questo punto mettere il concentrato di pomodoro preventivamente sciolto in mezzo litro d'acqua.
                Altre due ore di cottura a fuoco lento.
                Negli ultimi quindici minuti avrete aggiunto le olive che nel frattempo avrete sbollentate e leggermente dissalate.
-------------------------------- Questa è antica cucina castagnetana, da gustare nei mesi invernali, in tutta calma, perché ogni boccone vuole una "meditazione" . Meglio se accompagnata da un omonimo "nero" barricato di Bolgheri.--------------------------------------------------------------------------------
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