FANCY 1

Qualcosa per riflettere, pensare, sognare...alzare il "punto di vista"...

lunedì 30 maggio 2022

ISOLA DEL GIGLIO

LE PERLE DELL'ARCIPELAGO TOSCANO

 

Incursioni dei "barbareschi" al Giglio

Nel 1558 l'Isola del Giglio fu venduta a Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I. e passava così al Granducato di Toscana. Una data importante per i Gigliesi, perché soltanto da allora l'isola ebbe la protezione di una guarnigione stabile contro le frequenti incursioni dei "barbaereschi", la più memorabile delle quali era avvenuta nel 1544 ad opera di Khayr al-Din, detto Barbarossa, il quale, dopo avere devastato le mura allora esistenti (probabilmente pisane) e saccheggiato l'Isola, aveva portato con sé prigionieri circa 700 uomini. Si racconta che tra i 632 deportati c'era Rosa Pannilini che diverrà favorita di Solimano I, al quale darà un figlio. La strage e la deportazione erano stati tali che l'Isola dovette essere ripopolata. E a ripopolarla furono per lo più i senesi, il cui nomi inconfondibili si distinguono anche oggi numerosi soprattutto al Castello, dove continua a vivere in maggioranza la stirpe originaria. 

 La presenza di una guarnigione salvò i Gigliesi da tante incursioni minori, ma la popolazione dovette sostenere ancora svariate battaglie e soffrire tanti lutti prima che fosse posta la parola fine alle imprese piratesche: parola che fu pronunciata solo il giorno 18 novembre 1799, quando circa duemila tunisini assaltarono il Castello.

Erano sbarcati al Campese senza incontrare resistenza. Gli uomini di guarnigione alla Torre del Campese, impressionati dalle grosse navi armate e dal gran numero di predoni, furono sopraffatti dalla paura e non si opposero come avrebbero dovuto per evitare una battagliai che avevano considerato perdente. Visto il comportamento della guarnigione, quei duemila iniziarono spavaldi la salita per raggiungere il Castello, certi che la popolazione per ottenere clemenza, si sarebbe messa alla loro mercé.
Non fu così. I Gigliesi, tutti anche i vecchi, le donne e i bambini, erano determinati al combattere fino all'ultimo. I Tunisini, che si erano preparati ad una facile preda quando si resero conto delle difese apprestate furono sopresi. Tentarono un primo assalto, ma furono respinti. D'un tratto, così racconta la tradizione, avvenne un prodigio. I Gigliesi memori che il santo Patrono, San Mamiliano, già nel 1452 aveva infuso nei loro antenati la forza di respingere i Turchi, invocarono di nuovo il Santo portandone la statua in processione per le vie del paese. E sarebbe stato un paese distrutto e devastato se tanto improvvisamente quanto inaspettatamente non si fosse levato un vento di rara forza, che costrinse gli assedianti a tornare sulle loro navi che rischiavano di essere travolte.

San Mamiliano è tuttora il prottetore di tutta l'Isola del Giglio e viene festeggiato ogni anno il 15 settembre. Nella Chiesa di San Pietro Apostolo a Giglio Castello viene custodito l'ulna del braccio destro di San Mamiliano e qualche reperto abbandonato dai pirati durante l'ultimo attacco.

 Fu certamente abitata in epoche remote, come dimostrano infatti alcune punte di frecce trovate nell'isola e risalenti al periodo eneolitico. Anche gli etruschi ed i romani frequentarono l'isola ed alcuni documenti dell'epoca testimoniano che fu di proprietà della famiglia dei Domizi Enobarbi.

 

FAQ

 
  1. Cala dell'Arenella. ...
  2. Spiaggia delle Cannelle. ...
  3. Spiaggia di Campese. ...
  4. Cala delle Caldane. ...
  5. Cala degli Alberi.

 

Una settimana. In questo caso, il tempo che avete a disposizione è sufficiente per scoprire l'isola dei Giglio in tutte le sue sfumature: spiagge, sport, relax, tradizioni, calette meno conosciute, storia, natura. C'è davvero solo l'imbarazzo della scelta e potete personalizzare l'itinerario come più vi piace.
 
Sull'isola è presente un servizio di autobus che collega regolarment i tre paesi. Ci sono i servizi taxi ncc , noleggi di auto, scooter e bici e in alternativa si può anche muoversi via mare noleggiando una barca o con il servizio taxi-boat.
 
 
 
 
I mesi migliori per il bel tempo a Isola del Giglio sono Aprile, Maggio, Giugno, Luglio, Agosto, Settembre, Ottobre e Novembre. In media, i mesi più caldi sono Luglio e Agosto. I mesi più freddi sono Gennaio e Febbraio.
 
 
1 ora
Il traghetto impiega appena 1 ora per arrivare da Porto Santo Stefano a Giglio Porto. Una durata davvero minima che rende l'isola del Giglio un'ottima destinazione anche per una piccola escursione di un giorno.
 
 
All'Isola del Giglio ci sono ancora tantissimi altri bar che restano aperti fino a tarda notte e propongono musica dal vivo.
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Cannelle Bach Isola del Giglio
  • Chiringuito Bar – Giglio Campese Via della Torre, 18.
  • Lo Scoglio On The Beach – Giglio Campese Via di Mezzo Franco.
  • Tukul Beach Bar – Giglio Campese Via di Campese.























 

sabato 28 maggio 2022

ARCIPELAGO TOSCANO - GORGONA

 

UN GIOIELLO DEL MARE TOSCANO

           E' vero che le isole si assomigliano un po' tutte ma questi due chilometri e duecento metri quadrati che chiudono a Nord l'arco dell'arcipelago toscano hanno una storia tutta diversa da raccontare

            Intanto l'origine. Gorgona è caratterizzata dalla presenza di scisti cristallini del tipo di quelli alpini. Non è quindi parente del territorio livornese né della vicina Capraia. I suoi legami possono essere semmai ritrovati con Capo Còrso e la Liguria di ponente. E' un pezzo dell'antica catena di montagne della Tirrenide, relitto di subcontinente in cui le Alpi occidentali erano in continuità con la zona delle Baleari e dove avvenne il primo distacco della catena alpina e si aprì il mare di Sardegna.

            Circa 20 milioni di anni fa, nel momento di massimo sollevamento, le rocce di Gorgona si trovarono nelle condizioni di temperatura e pressione molto diverse da quelle in cui erano sedimentate. Bisogna arrivare fra dieci e sette milioni di anni fa per assistere all'apertura del mar Tirreno fra Corsica, Sardegna e costa toscana e quindi alla nascita dell'isola.

            Le prime presenze documentate sono del IV secolo dopo Cristo, è quindi recente il suo legame con il genere umano. Duecento metri di strapiombo sulla costa occidentale, cento e più metri in quella settentrionale e cinquanta metri sui lati meridionale e orientale hanno senz'altro contribuito a mantenere a lungo vergine quest'isola che si concede un'unica apertura nella cala alle spalle del piccolo porto.

            Attorno a questa zona si è sempre svolta la vita degli abitanti. I terrazzamenti, gli ulivi inselvatichiti, le poche aree piane sbarrate da un sistema di muri per non disperdere l'acqua. Le pecore che pascolano sullo spiazzo verde detto Cimitero degli Arabi ( quì gli arabi, sinonimo di pirati,  non sono mai mancati, a partire dall'ottavo secolo ) e la sagoma della Torre Vecchia, fortezza pisana del 1200 che domina la valle, finiscono per raccontare il resto.














 Per garantire la propria diversità e incolumità sbarcarono quì, nel quarto secolo, quei cristiani di cui parla Rutilio Numanziano in un brano del 416.A loro si unirono poi altre famiglie in cerca di rifugio dai barbari. Il rigore e la spiritualità dei religiosi sembrano essere insidiati da questa convivenza tanto che nel 591 San Gregorio Magno invia un commissario apostolico per riformare i costumi. Cosa sta succedendo a Gorgona ? L'isolamento ha forse creato situazioni irregolari, non ortodosse, scabrose? Uno studioso come Silio Scalfati - docente universitario che ha ordinato l'archivio della Certosa di Calci, dove sono conservati i più importanti documenti dell'isola - accredita un'ipotesi meno piccante ma più convincente. C'è da tenere presente che la politica di Gregorio tendeva a favorire le comunità monastiche dotate di un abate eletto regolarmente, mentre gorgona aveva un capo carismatico. Fatto sta che da allora Gorgona diventa un centro di rigore religioso ma anche un luogo di correzione per ecclesiastici un po' intemperanti, colpevoli di infrazioni al loro ministero, o rifugio di gente perseguitata. L'alto medioeva scopre per l'isola la vocazione di reclusorio, vocazione che sarà poi ripresa nel 1860.






Il Comune di Livorno l'Ente Parco nazionale Arcipelago Toscano e il PRAP Toscana, Direzione Carcere di Livorno, hanno firmato il 9/3/2016 un Protocollo d’Intesa relativo alla fruizione turistico naturalistica dell'isola carcere di Gorgona. L'accordo segue e completa quello già sottoscritto tre anni fa (per info: www.turismo.comune.livorno.it ). Firmatari del Protocollo sono, oltre al sindaco Filippo Nogarin, Giampiero Sammuri (Presidente Ente Nazionale Arcipelago Toscano) e Santina Savoc (Direttrice Casa Circondariale di Livorno).  Presenti anche l’assessore al turismo Nicola Perullo, che ha seguito tutto il percorso per arrivare al Protocollo, e il consigliere dell'Ente Parco Stefano Feri.
Nel 2013 e nel 2014 i bandi di gara indetti per l'individuazione del vettore unico hanno dato esito infruttuoso, motivo che ha spinto l'Amministrazione comunale a garantire un contributo economico di 10mila euro al vettore aggiudicatario della gara in cambio di un servizio di trasporto a tariffa agevolata da e per l'isola per personale e familiari dell'amministrazione penitenziaria, detenuti e residenti.
Per il 2015 è stato affidato a Toscana Mini Crociere srl ed è grazie ad esso che, a partire dai prossimi giorni, entrerà a regime la fruizione regolare dell'isola di Gorgona. La gestione delle prenotazione sarà dell'Ufficio Informazioni Turistiche comunale.
Il protocollo firmato  elenca nel dettaglio le limitazioni che regolano le visite: accesso per 75 turisti adulti (oltre i 12 anni) per un massimo di 4 giornate la settimana, oltre le quali potranno avere accesso solo visite di educazione calendarizzate nel periodo scolastico, per le quali non è richiesto il pagamento del ticket; pagamento di un biglietto d'ingresso di 6 euro al Parco Nazionale (a esclusione di bambini sotto i 12 anni, portatori di handicap, guide, scolaresche, docenti e residenti), divieto di balneazione, modalità di pranzo (al sacco e con ritiro in barca dei rifiuti), escursioni su percorsi aperti con guide esperte messe a disposizione dal parco.

NUOVE MODALITA' - 2019 - Trekking guidato

La visita comprende un percorso medio-facile di circa 7 km sulla particolarissima isola carcere di Gorgona, la più piccola e settentrionale isola del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, durante il quale visiteremo il centro abitato, la villa romana, proseguendo verso punta Patarella con l'affaccio sulla bellissima Cala Maestra, proseguiremo lungo il sentiero in pineta che ci condurrà all'antico maniero del XIII sec denominato Torre Vecchia, fino a raggiugere Punta Gorgona e rientro a Cala dello Scalo per un bagno. Partenza ore 8,15 dal porto di Livorno davanti al monumento dei 4 Mori. Imbarco alle ore 7,45. Costo complessivo adulti che comprende traghetto A/R, tasse di sbarco, ticket parco e costo guida è di 58€ per gli adulti e 32€ per i minori dai 4 ai 12 anni, sotto ai 4 anni gratuito. La prenotazione obbligatoria va effettuata telefonicamente, via WhatsApp al 340 4920588 (Mariella) o per email (info@maremmainbici.it) dove vi verranno forniti altri dettagli. Numero posti è limitato a 25 persone. Sarete accompagnati da una guida ambientale escursionistica abilitata con patentino di guida turistica e di guida Parco dell' Arcipelago Toscano.
Ricordiamo a tutti coloro che prenotano la visita all’Isola di Gorgona, che l’isola stessa è un carcere e che i controlli a cui vengono sottoposti i dati anagrafici dei partecipanti sono effettuati dalla polizia Penitenziaria allo scopo di evidenziare le persone che hanno carichi pendenti NON saranno autorizzate allo sbarco. Inoltre non è consentito l'uso di cellulari, videocamere e macchine fotografiche che verranno ritirati prima dello sbarco. Il rientro a Livorno è previsto tra le 18,15 e le 18,30.
Stupenda immagine di Gorgona dalla costa

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