FANCY 1

Qualcosa per riflettere, pensare, sognare...alzare il "punto di vista"...

venerdì 26 gennaio 2018

CHI NON CONOSCE LA GHIANDAIA ?

Il canto ingannatore

                                       Oltre ad essere uno dei rappresentanti più vistosi e più chiassosi dei nostri boschi la ghiandaia riunisce in sé una gran quantità di caratteristiche comportamentali insolite e per alcuni aspetti ancora misteriose.                  


            Innanzitutto è l'uccello europeo più abile nell'imitare i suoni emessi da altri animali. Pare ( osservazioni sistematiche in proposito non risultano ) che allo stato libero riesca a riprodurre tanto bene il canto e le grida di altri uccelli da trarre in inganno anche gli orecchi più allenati; in cattività poi, la ghiandaia mostra una spiccata tendenza a rifare il verso degli animali e delle persone che la circondano, riuscendo anche a pronunciare chiaramente brevi parole.
            Come è noto, sono piuttosto numerosi gli uccelli che, posti in isolamento precoce dai loro simili, imparano a cantare come altre specie o anche a imitare la voce dell'uomo, pochissimi sono invece quelli che fanno uso di queste capacità anche allo stato libero. I pappagalli per esempio, nel loro ambiente naturale non imitano nessuno se non uccelli della stessa specie. Solo la solitudine coatta li spinge a interloquire con altri animali.
                                       I rapporti tra le ghiandaie e le ghiande e tutta una serie di alberi dai semi pesanti ( querce, castagni e faggi in particolare ) sono alquanto strani. E' risaputo ad esempio che, oltre a nutrirsene direttamente, hanno l'abitudine di andare a seppellire i semi più grossi e sani, uno alla volta, anche molto lontano dal luogo di raccolta, in terreni scarsi di vegetazione e quasi sempre privi del tipo di piante da cui li hanno prelevati. Ciò ha indotto a ritenere che questi uccelli siano in realtà ( istintivamente ) molto più interessati alla diffusione delle piante che li nutrono che non a fare incetta di cibo per l'inverno. Se volessero del resto dissotterrarli in seguito, sostengono i naturalisti, non li introdurrebbero nel terreno un po' quà e un po' là ma vicini tra loro.
            Altri studiosi obiettano invece che le tecniche usate e l'accurata scelta dei luoghi hanno principalmente lo scopo di mettere al riparo i semi da altri animali che concentrano le loro ricerche nella zona di produzione e risulterebbero enormemente avvantaggiati dalla possibilità di scoprire molti semi vicini al primo, su cui il caso li fa capitare. Quanto alla presunta difficoltà di ritrovare i semi che hanno nascosto molti mesi prima, recenti ricerche hanno rivelato che in tutti gli uccelli che fanno incetta di cibo la memoria spaziale è straordinariamente sviluppata.

             L'incredibile vezzo di informicolarsi.

Spesso, o forse più teatralmente di ogni altro uccello nostrano, le ghiandaie sentono il bisogno di accucciarsi a terra vicino a un formicaio, preferibilmente di quelli scavati nel legno morto dalle piccole e bellicosissime formiche rosse, agitando e sollevando le ali fin sopra la testa per farsi invadere il corpo dagli insetti e presumibilmente pizzicare e spruzzare di acido formico le parti più intime.
         Naturalmente anche la funzione di questo specifico comportamento è rimasta fino ad oggi avvolta nel più completo mistero.


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