FANCY 1

Qualcosa per riflettere, pensare, sognare...alzare il "punto di vista"...

domenica 17 luglio 2022

L'ANNO DELLA LOCUSTA

 LOCUSTE e CAVALLETTE

         Generalmente  si ha l'idea che l'invasione delle cavallette sia una piaga biblica confinata alla storia d'Egitto o comunque all'Africa ma non è così: la frequenza delle invasioni nel nostro Mezzogiorno è stata tale che compilarne la storia sarebbe altrettanto arduo che scrivere quella delle carestie.

          Solo le ultime invasioni sono state accuratamente descritte; Per contenerle gli organi dello stato chiedevano l'intervento ai reponsabili degli osservatori per le malattie delle piante che impiegavano i primi mezzi chimici: Obbedendo alle regole della scienza, gli strateghi riferivano, al termine delle operazioni, i risultati ottenuti, i colleghi applaudivano o criticavano e all'invasione successiva la lotta sarebbe stata più efficace.

        Sfogliando gli annali fissiamo qualche data: Nel 1911 il Dociostaurus invade la Sicilia occidentale, nel 1920, favorito da condizioni eccezionali, penetra nel cuore degli Abruzzi, nel 1928 dilaga in Sardegna, il 1929 è l'anno della tragica invasione del Tavoliere pugliese. L'orda malefica viene assalita con i mezzi della tecnologia più avanzata: la crusca avvelenata con arsenito di sodio e lo stesso in soluzione, irrorato nelle aree di sviluppo delle larve. Al termine della battaglia si calcolerà di avere distrutto cento miliardi di insetti per un peso complessivo di 324.000 tonnellate.

        Nel 1931 si registrano sciami nella campagna romana, nel 1933 viene duramente colpita la Sardegna dove il Dociostaurus combatte la sua ultima (speriamo) guerra nel 1946 quando dei 2,4 milioni di ettari dell'isola 1,5 sono colpiti dall'invasione. Le orde si concentrano su 250.000 ettari vale a dire l'equivalente di una media provincia. Numerosi i mezzi impiegati e a conclusione un epico bollettino di vittoria sul più diffuso mensile agronomico, L'ITALIA AGRICOLA.

       Nella sfida sono stati impiegati lanciafiamme e pirofori, sono stati distribuiti 132.000 quintali di crusca avvelenata, impiegati 7.100 quintali di arsenico in forma solida, 8.400 di arsenico liquido, 18.800 quintali di cloridrina e quantità ingenti di tutti gli insetticidi tradizionali. Ma a quelli tradizionali si è aggiunta l'ultima arma della chimica il gammesano, parente del DDT di cui i responsabili delle operazioni non hanno reperito che 263 quintali ( di cui si rileva la straordinaria efficacia ) : La crusca impregnata del prodigioso composto, attira le cavallette anche dallo stomaco delle compagne avvelenate, avidamente mangiate dalle superstiti. Lo stesso veleno uccide così due o tre insetti. Con le ultime creature della chimica saranno poi contenute in Sardegna le nuove invasioni del 1952 e 1953.

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   Come il DDT nella guerra alle locuste, negli stessi anni, nella lotta alla malaria, è cominciata l'era dei clorurati: Non trascorrerà molto tempo che agli inni di lode si sostituiranno le grida di allerme e vituperio. Ma tutta la storia della scienza è storia di trionfi, di errori e di dispute infuocate: Dimenticare una delle tre componenti equivale a renderne incomprensibile il corso.

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LO SCIAME SI INGIGANTISCE

     Le larve diventano adulte,generano a loro volta una schiera di novellame che ha ormai tutte le caratteristiche del gregarismo. Alle marce degli immaturi incapaci di volare, si aggiungono le trasvolate degli adulti appartenenti a più generazioni, in grado di coprire enormi distanze alla velocità di 6 metri al secondo. Volano durante il giorno e al tramonto si abbattono sulla vegetazione per sfamarsi. L'emergenza prende corpo. Uno sciame può misurare centinaia e centinaia di chilometri quadrati; ora, se teniamo conto che in un chilometro quadrato si possono contare da 40 a 80 milioni di locuste che pesano complessivamente 300 tonnellate e ne mangiano altrettante in vegetali ogni giorno, le dimensioni della catastrofe appaiono evidenti.

DAL LANCIAFIAMME AL PESTICIDA

    Nella guerra a questi insetti, nel 1943 l'esercito inglese in nordafrica predisponeva a terra linee di sbarramento con piccoli aerei da caccia attrezzati per irrorare di DDT le dune infestate da sciami immensi. L'invenzione di questo prodotto avvenuta nel 1939 segnò il passaggio dagli interventi meccanici ai pesticidi.- Prima del conflitto mondiale le locuste si distruggevano con i lanciafiamme; le larve venivano raccolte in fosse comuni e bruciate, oppure si schiacciavano come mosche sotto grossi attrezzi trainati da cavalli. Oggi la situazione è monitorata in tempo reale con le immagini trasmesse dai satelliti e si interviene subito con sostanze assai meno inquinanti per l'ambiente ( almeno questo lasciano intendere ).   Uno può pensare che il nostro più grande desiderio sia la scomparsa totale di locuste e cavallette dalla faccia del pianeta. Non è così: Questi insetti sono un anello importante della catena alimentare e costituiscono il cibo principale per un gran numero di uccelli, rettili e mammiferi. La loro estinzione provocherebbe all'ambiente più danni di un'invasione. Si tratta invece di agire in maniera oculata, colpendo solo là dove vengono segnalati processi riproduttivi abnormi e rispettando le popolazioni "normali".

    Nemici naturali, predatori, malattie: meglio della chimica, ma è sempre guerra. Il disarmo totale è e resta utopia. Anche se l'armistizio dura ormai da anni la macchina è pronta a rimettersi in moto.


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giovedì 14 luglio 2022

I CROSTINI DEL CARDUCCI

 

 16)  I CROSTINI VERI                   

INTRODUZIONE : alcuni chiarimenti si rendono quì necessari perché la definizione "VERI" comporta una netta distinzione da quelli che comunemente avrete gustato magari anche nei migliori ristoranti ma che con questi non hanno niente a che vedere, né per quanto riguarda il gusto, né per quanto riguarda le modalità di preparazione che, similmente alla testa di cinghiale che ho descritta al punto N.3, richiedono un impegno e più che altro un'autentica passione per la cucina che ormai sembra del tutto scomparsa: Una cosa è certa, nessuno delle giovani generazioni, sono pronto a scommettere, avrà mai avuto occasione di assaggiare questa prelibatezza. Ragion per cui sfido qualche giovane amatore di alta cucina  ( invito a lasciare la "haute cuisine"  ai francesi ) a cimentarsi seguendo le indicazioni che vedete sotto.

PER 4 PERSONE  -  

                                   3 hg. di fegatini di pollo;
                                   Budellini di due polli, debitamente trattati e puliti;
                                   1 bel cipollone rosso per lo sfritto;
                                   3 filetti di alici tolte dalla salamoia;
                                   1 bicchiere di vino bianco secco;
                                   1 cucchiaio grande di capperi;
                                   1 pentola di brodo di carne ( preferibilmente pollo ) e verdure; 
                                   Olio e sale q.b.
                                   2 fette di pane a testa, tagliate a metà, spessore 2 cm. circa ( pane
"posato"  ben compatto, di qualche giorno, un pane troppo fresco non è adatto ).
                                  

Chiarimenti:

 Ci saranno molte perplessità su dove trovare e come pulire i suddetti budellini di pollo. In città non dovrebbe essere difficile in quanto qualsiasi polleria considera i budellini materiale di scarto e può darveli gratuitamente; in campagna la gente che alleva i polli per uso di casa potrà fornirveli su richiesta in quanto ormai nessuno li usa più.
   La pulitura richiede che vengano prima svuotati "strusciandoli" da un capo all'altro ( non fate pezzi più lunghi di 30-40 cm. ) poi rovesciati ( un ferro da calza sarà utilissimo ) e abbondantemente sciaquati in acqua corrente quindi ripassati in una bacinella contenente acqua, un bicchiere di aceto e almeno un limone strizzato, dove rimarranno una notte prima di essere nuovamente risciacquati ( ai vecchi tempi si usava un apposito recipiente che, debitamente assicurato, veniva lasciato una notte nell'acqua corrente di un fosso ).
-------------------------------------------------- Detto questo, veniamo finalmente a noi...

-------------- Come già spiegato non starò a dire come fare un buon brodo di pollo o manzo ( o entrambi ) fate solo in modo che una bella pentola ( magari del giorno prima ) sia pronta e fumante al momento di andare in tavola con i crostini.
---------------Iniziamo a sfriggere la cipolla ben tritata, con il necessario olio in cui faremo "sciogliere" i filetti di acciuga, ( magari aiutandoci anche con la forchetta). Appena preso un po' di colore aggiungere i capperi, con i  fegatini e i budellini ( interi ).
                    Cuocere  per mezz'ora, aggiustando di sale poi sfumare con vino bianco e riprendere dieci minuti circa la cottura  per far ritirare.
                     Lasciamo ora abbassare la temperatura perché ora è il momento di tritare. Come? Con la vecchia e lenta mezzaluna non si sbaglia, fino ad ottenere un trito abbastanza fine ed omogeneo, certo ci vuole pazienza. Dico  però che si può ottenere egualmente un ottimo risultato anche con il classico frullatore, usandolo a "colpetti" misurati perché non vogliamo una crema, vogliamo un impasto omogeneo ma che conservi sempre una certa granulosità al palato. - Quindi, dal tegame tutto quanto in frullatore e in due minuti sarà pronto.
                     E veniamo ora al pane: come indicato è preferibile un pane "posato"  di una certa compattezza e quindi non fresco. A parte in un vassoio preparate le fettucce ricoprendole generosamente dell'impasto di cui sopra. In tavola, nelle quattro scodelle versate il brodo fumante nella quantità che dovrebbe non oltrepassare i due centimetri ( mediamente qualcosa meno di un rumaiolo ) e immediatamente adagiate i quattro crostini anch'essi ben caldi; nel giro di un minuto il brodo dovrebbe essere assorbito quasi totalmente e buon appetito!
                    Ma tenete ancora in tavola la pentola l'impasto e altro pane perché vedrete che puntualmente vi sarà richiesto di ripetere il procedimento...


     Considerazioni : Questa lavorazione non potrete mai pretenderla da un ristorante. Anche in casa veniva riservata alle grandi occasioni di riunione della famiglia, generalmente nelle feste di Natale e Pasqua, a cui sempre seguivano i nostri Tortelli che aromatizzati alla maggiorana, meriterebbero anch'essi una DOC. Non li conoscete e pensate che non si facciano più? Ebbene posso dirvi che c'è ancora in borgo un negozio che li fa ( incredibilmente tali e quali li faceva mia nonna ), solo su ordinazione, ma questa è un'altra storia...

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