FANCY 1

Qualcosa per riflettere, pensare, sognare...alzare il "punto di vista"...

giovedì 10 maggio 2018

LA RICETTA STORICA DELLA CUCINA DI CASTAGNETO CARDUCCI - BOLGHERI

TESTA DI CINGHIALE
 ALLA CASTAGNETANA          



La bellezza del cinghiale sta quasi tutta dalle spalle in sù. 
Non è che il dietro sia da scartare anzi,
 ci sono parti ottime,magre e saporite,
come la lombata e il coscio, si potrebbe
 aggiungere anche i "santissimi" che sono
 una squisitezza da buongustai; ed infatti
 al primo che posa il piede sul maschio
abbattuto gli spettano di diritto.
Ma lassù, dalle spalle in avanti, c'è tutto: bellezza, forza, fierezza, astuzia e bontà. Pare però
 che questa verità, che tutti conoscono e apprezzano venga messa in pratica solo a Castagneto Marittimo, 
dal momento che solo quì sanno trattare la testa con arte divina che si tramanda di generazione in 
generazione.
Una bella testa ha setole irte e magari zanne ricurve e feroci, se si tratta di un maschio fiero
 e attempato; ma sopratutto va tagliata vicino alla spalla, ché nel collo c'è il meglio.
Avuta comunque una bella testa, attaccala a grugno all'insù, per qualche giorno, al soffitto della cantina
 o in altro luogo al fresco e all'aria.
Quando le gocce di sangue saranno diventate rade e scolorite e l'occhio spento, viene il momento più
 difficile. Per prima cosa la testa va rapata a zero, lavoro noioso e importantissimo perché la cotenna deve 
rimanere intera e liscia come un uovo.Sicché cerca di svegliere le setole a mano finché puoi e dopo, con
 un ferro arrovito di continuo, brucia tutti i peli fino all'ultimo.E t'accorgerai che non basta.Allora dagli 
 sotto a strusciar la cotenna con acqua bollente e mattone, poi, con un coltello di filo, (rasoio) radilo pelo
 e contropelo. Lavorato che l'hai, riattaccalo per qualche ora a prosciugare.
A questo punto la testa va disossata stretta e poi, messi da parte cervello, lingua e ritagli, va
 strofinata con limone, spizzicottata di sale e pepe spruzzata d'olio e aceto e affogata in tanti odori, 
ramerino, salvia, sedano, prezzemolo, timo, cipolla,aglio e foglie d'alloro, tutto a pezzi grossolani.
Due giorni lì, a perdere d'odoracci e di durezza e a guadagnar di sapore.Poi l'atto finale: 
prepara un battuto fine con gli stessi odori, un pizzicotto di tutto, ma specialmente ramerino, che dove c'è 
il grasso ci vuole, e salvia che serve al servatico, e sale e pepe e spezie, ma quì prendila con le molle,
 perché il troppo stroppia: le spezie, come il sale, il pepe, il fuoco e il tempo, è un'arte che non si insegna,
 è l'istinto del cuoco.
Inzacchera bene del battuto l'interno della testa, riempila di cervello, lingua e ritagli, chiudila, 
legala strinta, magari in due pezzi nel caso ( a Dio piacesse! ) fosse troppo grossa. 
Così sistemata, adagiala con amore nel paiolo, coprila con olio, vino e acqua in dose di 1, 2
 e 3, aggiungi qualche foglia di alloro, un po' di buccia d'arancio, uno spicchietto di limone, un paio di
 cucchiai d'aceto, un bicchierino di grappa, naturalmente sale e mezzo peperoncino, e a piacimento,
 perché sui gusti un ci si sputa, (ndr. interpretazione castagnetana del famoso “non disputandum” ) 
 mezzo cucchiaio di cioccolato fondente, una mezza tazza di uva secca rinvenuta nell'acqua, e una 
manciata di pinoli.
Chiudi il paiolo e finalmente attaccalo sul fuoco. S'è già detto che il fuoco e il tempo non si
 insegnano, però fuoco lento e tempo lungo è difficile che tradiscano.
Quando il forchettone entra facile e l'unto canta a voce bassa si può dir pronta: sbollentata, tagliata a dischi, servita calduccia.
Al tempo che ci hai perso pensaci soltanto quando assaggi il grasso e il grugno !
Castagneto Marittimo 9 Dicembre 1894.


NDR. – Un consiglio: non lasciatevi infatuare dalla poetica e dalla fantasia! Questo piatto
 va oltre le possibilità dei comuni mortali! Non è solo una questione di cucina ma anche 
di alta macelleria e presuppone anche di avere locali disponibili perfettamente attrezzati 
allo scopo. Però a Castagneto Carducci ( parlo sempre del centro storico e non delle 
frazioni ) c’è ancora qualcuno che….
VINI - Inderogabilmente rossi ma non i barricati che quì risulterebbero troppo impegnativi 
mentre è meglio abbinare vini molto giovani e per questo leggeri, dato che la quantità 
che vi accompagnerà potrebbe "prendervi la mano".


20/11/2004 - L. Fancelli VEDI le altre ricette di cucina

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