Dalla trincea sul Don
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II°) Fronte sfasciato - Si salvi chi può
Dunque, torniamo ai nostri che ora, dopo lo sfascio completo del fronte sul Don, si trovavano a dover affrontare altre e per la maggior parte di loro letali, peripezie e tuttavia, quasi sollevati dal fatto che non si vedeveno più piovere bombe sulla testa, si raggruppavano per organizzarsi nella ritirata in una sorta di sommessa allegria, non immaginandosi che in quella ritirata sarebbero stati sterminati dal freddo e dalla fame.Quei pochi infatti che sfuggirono alla tragica sorte, lo dovettero secondo me a particolari capacità personali di inventiva e improvvisazione, abilità singole e volontà caparbie, come al solito, tutte italiane.
Mio padre era sempre stato abituato fin da piccolo a trattare con i cavalli; era una famiglia di quelli che oggi chiamiamo "autotrasportatori", solo che come mezzo di trasporto all'epoca c'era il famoso barroccio trainato da cavalli: - nella stalla di Castagneto, in Via Umberto, subito sopra al "Moro", la cura di quegli animali ( che lui mi ricordava essere intelligentissimi ), era principalmente affidata a Lido, che era il più piccolo ma era presto diventato assai abile nell'accudire "le bestie" e provvedere a tutte le loro necessità; durante il giorno si dovevano sgroppare notevoli carichi su quelle strade sempre immancabilmente sterrate.
Però, quando il piccolo Lido non era impegnato a "spaccare le pietre" nella fossa di Bolgheri ( dovrei aprire un'altra parentesi per parlare un po' di quell'infame mestiere, appunto lo spaccapietre di cui conservavo fino a pochi anni fa il testimone, il particolare martellino ) seguiva sempre sul barroccio il fratello Alamanno, il patriarca:- Si perché era il più grande fra sette fratelli e sorelle ai quali lui doveva fare da padre essendo Tommaso, il vero padre, mancato già da giovane a causa di un incidente.
Ma veniamo al punto, a quell'unica avventura che a mio padre era rimasta "scolpita" nella mente come la scena di un film e mi raccontava spesso con tutti i particolari: - L'assalto dei fascisti al Pontedoro.
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