RICORDI DI CASTAGNETO D'ALTRI TEMPI -
Quando si stava male, ma si viveva bene.
quadro rappresentativo del vivace borgo castagnetano nel florido periodo anteguerra - ( conserviamolo almeno per gli autentici ORIGINARI DEL BORGO , contrapposto a quello attuale di estrema decadenza commerciale e umana), ritratto da PRIMO PALLINI ( a cui ho dato una mano solo nell'aggiustamento formale delle rime ) nel Marzo 2005: (Cenni biog. - Classe 1921,da sempre attivista politico considerato dissidente, è noto per i suoi folcloristici cartelli di critica affissi un po’ dappertutto sull’operato dell’amministrazione comunale.) Autodidatta, a sua volta dipendente comunale come custode cimiteriale, diventa personaggio scomodo rappresentativo di una cultura castagnetana ancora non assoggettabile ( il riferimento a "l'abito fiero e lo sdegnoso canto " di carducciana memoria, è inevitabile.
LE NOSTRE BELLE " BOTTEGHE "
Pensar che
t’han privato della gioia d’una bottega,
Col dire
dei permessi, dello spazio e dell’igiene,
a suon di
tasse così si fa’ ‘na sega,
del commerciante
all’amministrator niente ne viene,
perfino un chiodo o attrezzo utile e simpatico
cercar
lo devi in Donoratico.
Bel mi Bartoli,
Giovacco, Ezio Fazzini, e poi l’orafa Cammillini,
con calzolari,
maniscalchi e Cecio, Arimondo e Scatena,
opra di
legno mai ci dette pena,
poi Rigoberto,
Mangeresti e del Fazzini la fornace,
con terreno
e frantoio, son ricordi andati in pace.
Nel borgo
le botteghe della Betti e d’Elia davan vantaggi,
per noi
preziosi, in tandem col Maggi,
poi c’era
l’Oberdana, con mezzetta e salsamenteria,
ora la pietra
insegna ce l’han buttata via,
mescite
a non finire e spacci al sacco, per eccellenze,
su in cima
alla salita c’era Tacco, a celebrar le ricorrenze,
c’era
di tutto qui sul poggio all’aria fine e ben nutriti,
tre o quattro
macelli assai bene riforniti,
caffè di
Leone e Pezzolino, le mandorle in vendita dal Viti.
Locanda
o albergo, dalla Rosa o da Tosello,
chiocciole in
cesta vendute da Nasello,
cavalli
in sosta lì da Tasconcino
per recar
provviste a botteghe case e frantoi dell’olio fino,
ed al Giuntini
col molino,
senza leccornie
o cioccolaterie,
povere freghe,
senza tante smancerie.
6 nomi rimasti
nella penna ora dirò difatti, da ricordar son “settimine” Pelamatti,
della cartoleria
ordine grato,con sovvenzione pur di Patronato,
perfin pennini
da calligrafia, ormai son cose del tutto andate via,
di tutte
le forme, due lire l’uno un chilo e vai, tempi di penne e calamai.
L’Angiolina
del Gelli,48, giocattoli e giochini, fino al lotto,c’era di tutto come in emporio,
per grandi
e piccini, un’è illusorio.
Velluti,cotoni,
berretti e cappelli,da sceglie’ e acquistare sempre più belli,
calzini,
guanti,grembiuli e falzetti, trovavi dall’Ada sempre perfetti.
La Lina
e Gabriello Morganti le scarpe, tenevan negozio veramente come un'arte,
di tutte
misure, di tutti modelli, a scelta di costi e bellezza di pelli,
Di Giulio
Leonardi i ricordi son vari, detto testa di legno era lì in via Pari,
della sua
mescita culinaria si racconta, cartello e profumo a dir: Trippa pronta!
Poi c’eran Trinito e Anaise, dirimpetto, pesce verdura e frutta che diletto,
lì tra Via
Pari e il Borgo polli conigli e caccia, per tutti i tipi, per ogni bisaccia,
sveglia
col sidecar le donne fa’ diventar matte,
sempre gridava: “Abbasso, la vitella di latte!”
Pane croccante
a legna Da Silvio e dal Pantani,
dalla Custoza
e dal Lunardi
che poi
si butto’ “meccanico ciclista un po’ più tardi,
e fu d’Oreste
in un secondo tempo, con Aldo poi sempre arrabbiato,
con auto
e moto (senza urgenza), servizio sempre assicurato.
Sarti barbieri
e calzolari una ventina, pronti a servir piano e collina,
bello sarebbe
ripassar la storia fina, potendo alfine risalir la china;
Ignoranti
e ghiozzi, popolo basso,
sempre di
più c’han preso il passo,
troppi anni
passati lì a tramare
perché la luce non possa quì tornare,
sulla collina
dai riflessi d’oro,
che in fin
dei conti dà vita ancora pure a loro!
-----------------------------------------Castagneto
Carducci - 4/3/2005.
Con gli aranci
altro invito è la tempra,
piangete bimbi
che la mamma li compra,
così gusto
e palato si contenta,
è la vita che
va negli anni trenta!
SULLA LUNA - ( Primo Pallini )
Contesto
quel che son soliti fare, la luna in TG Meteo rovesciare,
ed io senza
‘na copia del lunario, permesso mi sono aprir sipario,
delle Comunicazion
dissi al Ministro,che solo in Fede trovato ho buon registro,
accordato
a Frate Indovino, nell’inverno a focarile e tavolino.
All’edicola
il lunario proprio ieri, colsi il momento e volentieri,
due ne regalai di quelli veri,che assecondan totalmente i miei pensieri.
Io certi
studi non ne feci mai,e d’intento non m’infilo in questi guai,
se vedo
però cosa sfottuta, drizzarla cerco a man battuta:
Dall’8
Ottobre sollevai il problema, all’Uff.di Pisa Idro e Mareografia,
miei superiori
in escursion d’idrotermia,
per la stazione
qui di Castagneto, che curo e guardo meglio del frutteto,
e cosippure
alla Regione,
parvemi parlare a muraglione,
la Luna
gira e ‘n’è mai uguale,gobba calante un po’ che sta’ a levante,
ma ognuno
seguita a fa’ come gli pare,
e a me quel conto non mi vuol tornare.
Lor signori
con tanto di patente, che gli vale?
Te la presentano
a ponente, non c’è male!
Io vi ringrazio
quà di vista al mare che per riferimento è sempre da fissare,
badate che
il Tirreno non si può cambiare,Est e Ovest per potercisi orientare!
----- Il foglio originale ( inviato a Firenze alle edizioni di Sesto Caio Baccelli )
reca, vergata a mano in un angolo, la seguente annotazione:
----- Scusate l’improvvisazione e il male scritto,
il bisogno
di parlare è cosiffatto,
io tempo
a lungo da impiegare non ce l’ho,
e m’arragio
sempre col poco che ho. -
Qualcuno degli anni quaranta... |
All'emporio - tutto era venduto sfuso |
Della natura tua fiera e cortese,
l'ombra restò nel memore pensier,come il tuo vino o dolce mio paese,
il mio verso fervea gentile e auster.
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(...l'abito fiero e lo sdegnoso canto...) Come si vede la " FIEREZZA " è una parola che ricorre spesso quando si parla della popolazione castagnetana - una fierezza che proveniva da lontano e che mi riguarda ancora oggi, personalmente. Per approfondire vedi la vera storia di Lorenzo Fancelli detto "Il Frate"
RIME A BOTTA E RISPOSTA ----------
----------- Un giorno un tale ciabattino si recò, verso l'ora di pranzo a casa di un certo avvocato per chiedere di conferire ma la serva, annunciata la questione, riportò le sue seguenti fedeli parole: MI DISPIACE MA QUANDO L'AVVOCATO DESINA, VA IN CULO AL CIABATTINO E ALLA SU' LESINA! --*-- Ora si verificò che pochi giorni dopo lo stesso personaggio, passando davanti al ciabattino che in quel momento aveva il giornale in mano, ebbe a fermarsi per chiedere delle sue scarpe, ma la risposta fu: " MI DISPIACE MA QUANDO IL CIABATTINO LEGGE, VA IN CULO ALL'AVVOCATO E ALLA SU' LEGGE!
--*-- Il trincetto del ciabattino per tagliare il cuoio si chiamava lésina.
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intanto
una vera "chicca" inedita - tramandata grazie a Luigi Tuci -
riguardante un personaggio che a Castagneto
ha dato il cognome, , e che quì è ancora
ricordato più che per le sue opere, per le grandi ribotte a cui era
solito partecipare,
in cui il vino scorreva " a fiumi". Siccome i
partecipanti erano chi più chi meno un po' tutti dei rimatori, il
povero Giosuè
doveva sorbirsi tutto ciò che capitava.
Questa che segue è appunto una strofetta, partorita ad una ribotta col
poeta, da un certo avvocato
Bacci ; - Poi passò davanti a San Guido .....
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