FANCY 1

Qualcosa per riflettere, pensare, sognare...alzare il "punto di vista"...

NEL REGNO DEL CONTE DRACULA


Dal racconto di Bram Stoker
 

" L'oscurità calava tra gli alberi dei Carpazi, querce, faggi e pini; banchi di foschia insinuati tra i tronchi producevano un effetto singolare, rievocavano pensieri e sinistre fantasie " ...


                            I luoghi e i paesaggi descritti da Stoker sicuramente corrispondono alla realtà, ma cosa c'è di vero nella figura rappresentata come un orribile mostro assetato di sangue? Anche quì sicuramente molto; sebbene nella storia si trovino numerosi altri personaggi simili non ce n'è un altro che come VLAD TEPES ( questo il vero nome ) si presti a generare la paura e l'orrore sempre evocati dall'elemento sconosciuto e demoniaco.
                            Ma oltre la efficacissima invenzione vampiristica  ( che rivela anch'essa interessanti aspetti psicologici ) voglio quì analizzare la realtà storica di un personaggio che tuttoggi viene ricordato in Romania come eroe nazionale. Innanzitutto è vero che nella lingua rumena Tepes significa l'impalatore mentre  Dracul significa sia drago che demonio e tutto trova una logica quando si va a ricostruire la storia.
Basilica di Harman presso Brasov
             Vlad Dracul era infatti il nome del padre che regna nel 1436, poi rovesciato da una congiura ritorna a regnare nel 1443 e per i suoi servigi a Sigismondo di Lussemburgo figlio di Carlo IV di Ungheria viene insignito dell'ordine del Dragone ( Dracul appunto ) un ordine , la più alta onorificenza del Sacro Romano Impero istituita proprio per difendere il cristianesimo nelle ultime frontiere orientali che arrivavano fino a Brasov, tra Valacchia e Transilvania. I seguaci di Dracul, in opposizione a quelli di altre fazioni sono detti Draculesti e già da allora per Draculesti si intendeva tanto "stirpe del drago" quanto "stirpe del diavolo".  Cosicché dallla parola drago alla parola "diavolo" ( che spesso viene rappresentato in forma di drago ) si arriva a Dracula.    Suo padre dunque, muore avvelenato dal fratello nel 1447 e nel 1448 Vlad Tepes rovescia lo zio con una congiura di palazzo ( è proclamato VOIVODA ). Non passa molto che lo zio riprende nuovamente il potere e lui è costretto a passare i successivi dieci anni alla corte ungherese, in attesa della vendetta. che avviene puntualmente nel 1459 quando finalmente riesce ad uccidere lo zio.
VLAD TEPES in un quadro del xv secolo custodito a Innsbruck
Documenti del 1459 con sigillo e firma di Vlad Tepes
                                 Si legge nelle cronache : " Era la mattina di Pasqua quando le guardie del voivoda  arrestarono nello stesso momento e in  ogni quartiere della città gli uomini oltre i 30 anni che si disponevano ai riti della resurrezione... poche ore dopo erano tutti impalati e i pali erano tanti che circondavano le mura di Tirgoviste... intanto giovani, donne e bambini erano deportati nella valle dell'Arges dovre avrebbero costruito il castello di Poienari ".


Convento di SNAGOV nella cui cappella è la tomba di Tepes
Resti del castello di POIENARI - Valle dell'Arges -





L'abito indossato dal sacrestano indica la presenza sassone in Transilvania

I resti del castello di Tirgoviste
Sighisoara suggestivo borgo medioevale della Transilvania


                Ancora più feroce Vlad Tepes si dimostra  con il nemico che preme alle frontiere del Sud, il potente impero ottomano: sotto la guida di Maometto II le armate musulmane puntano al cuore stesso dell'Europa. Nell'estate 1459 Maometto manda ambasciatori a Tirgoviste per sollecitare il pagamento  del tributo ( cifra assai pesante ) versato ai turchi in cambio dell'indipendenza: Vlad Tepes riceve amabilmente gli inviati invitandoli ad un ricco banchetto, poi batte le mani, si fa portare dei lunghi chiodi e un martello. E' il segnale della strage. Le guardie si avventano sui turchi e li gettano ai piedi del voivoda che, con tutta calma, pianta un chiodo nel cranio di ognuno, mentre i membri del seguito sono sgozzati. Tutti meno uno a cui vengono solo cavati gli occhi e che sarà rimandato a Costantinopoli perché riferisca quanto è successo.
               Poco dopo, come se niente fosse, una seconda ambasceria viene mandata a Tirgoviste, ma questa volta munita di un intero reggimento della guardia imperiale, senonché Vlad Tepes, fiutando il pericolo , con le sue truppe migliori va ad appostarsi di notte sulle sponde del Danubio dove all'alba la missione ottomana cade al completo nell'imboscata. Lo scontro è breve e feroce; chi non muore combattendo viene impalato.

               Come attesta un documento agghiacciante, una lettera scritta da Tepes al re d'Ungheria in data 11 Febbraio 1462 i turchi "giustiziati" negli ultimi tre mesi ammontano a 23.883, contati con maniacale esattezza.

               La misura è colma e nell'Aprile 1462 l'esercito turco attraversa il Danubio e invade la Valacchia mentre una flotta di 175 navi da battaglia risale l'estuario del fiume, sembra arrivata la fine per Vlad Tepes : non semplici scaramucce tra feudatari quindi ma guerre in piena regola di cui non si trova traccia nella storia dell'occidente, come mai?   Eppure se le cose non fossero poi andate come dirò più sotto i turchi avrebbero in quel momento aperto la strada verso l'Europa e forse anche noi avremmo potuto diventare terreno di conquista. 


Carro di zingari


                                                 Eppure nella notte tra il 17 e il 18 Giugno Tepes assale l'armata turca nella foresta di Baneasa, tra il Danubio e le alpi Carpatiche: E' una strage senza precedenti; un cronista bizantino parla di 7.000 morti nella prima furibonda carica della cavalleria valacca che ha sorpreso gli ottomani nel sonno. Al secondo assalto il sultano si salva per miracolo
              E' la fine di Giugno 1462 quando l'armata di Maometto II arriva davanti alle mura di Tirgoviste che Vlad ha appena incendiato: - Tutto intorno, su una superficie di tre chilometri quadrati s'innalzano ventimila pali su cui sono stati sacrificati altrettanti prigionieri. Ancora una volta la cronaca può essersi intrecciata con la leggenda, ma è un fatto che lo stesso sultano, di fronte all'orrendo spettacolo, si ferma e decide di ritirare i suoi soldati, del resto così terrorizzati da non dare più alcun affidamento 
                                    Ora io, che non sono certo un cattolico osservante, sono portato a pensare che una tale atrocità d'animo vada ben al di là di tutto quello che può essere attribuito a patologia e perversione umana, qualcosa che ovviamente un religioso non può altro che definire "demoniaco".
             Eppure nella cattolicissima Romania di oggi ( in certe zone addirittura ortodossa ) Vlad Tepes è venerato come eroe nazionale popolare per aver protetto la popolazione rumena sia a Sud che a Nord del Danubio.  Se mai capitaste in quelle zone, e doveste nominare DRACULA, sarà bene che stiate attenti a cosa dite .
Christopher Lee, il più famoso interprete del vampiro


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