LOCUSTE e CAVALLETTE
Solo le ultime invasioni sono state accuratamente descritte; Per contenerle gli organi dello stato chiedevano l'intervento ai reponsabili degli osservatori per le malattie delle piante che impiegavano i primi mezzi chimici: Obbedendo alle regole della scienza, gli strateghi riferivano, al termine delle operazioni, i risultati ottenuti, i colleghi applaudivano o criticavano e all'invasione successiva la lotta sarebbe stata più efficace.
Sfogliando gli annali fissiamo qualche data: Nel 1911 il Dociostaurus invade la Sicilia occidentale, nel 1920, favorito da condizioni eccezionali, penetra nel cuore degli Abruzzi, nel 1928 dilaga in Sardegna, il 1929 è l'anno della tragica invasione del Tavoliere pugliese. L'orda malefica viene assalita con i mezzi della tecnologia più avanzata: la crusca avvelenata con arsenito di sodio e lo stesso in soluzione, irrorato nelle aree di sviluppo delle larve. Al termine della battaglia si calcolerà di avere distrutto cento miliardi di insetti per un peso complessivo di 324.000 tonnellate.
Nel 1931 si registrano sciami nella campagna romana, nel 1933 viene duramente colpita la Sardegna dove il Dociostaurus combatte la sua ultima (speriamo) guerra nel 1946 quando dei 2,4 milioni di ettari dell'isola 1,5 sono colpiti dall'invasione. Le orde si concentrano su 250.000 ettari vale a dire l'equivalente di una media provincia. Numerosi i mezzi impiegati e a conclusione un epico bollettino di vittoria sul più diffuso mensile agronomico, L'ITALIA AGRICOLA.
Nella sfida sono stati impiegati lanciafiamme e pirofori, sono stati distribuiti 132.000 quintali di crusca avvelenata, impiegati 7.100 quintali di arsenico in forma solida, 8.400 di arsenico liquido, 18.800 quintali di cloridrina e quantità ingenti di tutti gli insetticidi tradizionali. Ma a quelli tradizionali si è aggiunta l'ultima arma della chimica il gammesano, parente del DDT di cui i responsabili delle operazioni non hanno reperito che 263 quintali ( di cui si rileva la straordinaria efficacia ) : La crusca impregnata del prodigioso composto, attira le cavallette anche dallo stomaco delle compagne avvelenate, avidamente mangiate dalle superstiti. Lo stesso veleno uccide così due o tre insetti. Con le ultime creature della chimica saranno poi contenute in Sardegna le nuove invasioni del 1952 e 1953.
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Come il DDT nella guerra alle locuste, negli stessi anni, nella lotta alla malaria, è cominciata l'era dei clorurati: Non trascorrerà molto tempo che agli inni di lode si sostituiranno le grida di allerme e vituperio. Ma tutta la storia della scienza è storia di trionfi, di errori e di dispute infuocate: Dimenticare una delle tre componenti equivale a renderne incomprensibile il corso.
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LO SCIAME SI INGIGANTISCE
Le larve diventano adulte,generano a loro volta una schiera di novellame che ha ormai tutte le caratteristiche del gregarismo. Alle marce degli immaturi incapaci di volare, si aggiungono le trasvolate degli adulti appartenenti a più generazioni, in grado di coprire enormi distanze alla velocità di 6 metri al secondo. Volano durante il giorno e al tramonto si abbattono sulla vegetazione per sfamarsi. L'emergenza prende corpo. Uno sciame può misurare centinaia e centinaia di chilometri quadrati; ora, se teniamo conto che in un chilometro quadrato si possono contare da 40 a 80 milioni di locuste che pesano complessivamente 300 tonnellate e ne mangiano altrettante in vegetali ogni giorno, le dimensioni della catastrofe appaiono evidenti.
DAL LANCIAFIAMME AL PESTICIDA
Nella guerra a questi insetti, nel 1943 l'esercito inglese in nordafrica predisponeva a terra linee di sbarramento con piccoli aerei da caccia attrezzati per irrorare di DDT le dune infestate da sciami immensi. L'invenzione di questo prodotto avvenuta nel 1939 segnò il passaggio dagli interventi meccanici ai pesticidi.- Prima del conflitto mondiale le locuste si distruggevano con i lanciafiamme; le larve venivano raccolte in fosse comuni e bruciate, oppure si schiacciavano come mosche sotto grossi attrezzi trainati da cavalli. Oggi la situazione è monitorata in tempo reale con le immagini trasmesse dai satelliti e si interviene subito con sostanze assai meno inquinanti per l'ambiente ( almeno questo lasciano intendere ). Uno può pensare che il nostro più grande desiderio sia la scomparsa totale di locuste e cavallette dalla faccia del pianeta. Non è così: Questi insetti sono un anello importante della catena alimentare e costituiscono il cibo principale per un gran numero di uccelli, rettili e mammiferi. La loro estinzione provocherebbe all'ambiente più danni di un'invasione. Si tratta invece di agire in maniera oculata, colpendo solo là dove vengono segnalati processi riproduttivi abnormi e rispettando le popolazioni "normali". Nemici naturali, predatori, malattie: meglio della chimica, ma è sempre guerra. Il disarmo totale è e resta utopia. Anche se l'armistizio dura ormai da anni la macchina è pronta a rimettersi in moto.
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