FANCY 1

Qualcosa per riflettere, pensare, sognare...alzare il "punto di vista"...

sabato 20 agosto 2022

GLI ULTIMI NATIVI

 l'accordo per le "riserve"

    Nel 1854, siglando un trattato con Washington, Capriolo Zoppo della tribù Duwamish scrive al presidente Franklin Pierce, Contemporaneamente Edward Curtis ritrae gli ultimi signori della prateria.








                   Il GRANDE CAPO che sta a Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra. Il grande Capo ci manda anche espressioni di amicizia e buona volontà. Ciò è gentile da parte sua poiché sappiamo che egli non ha bisogno della nostra amicizia in contraccambio.

" Ma come potete comprare o vendere il cielo, il calore della terra? Questa è un'idea strana per noi.Noi non siamo proprietari della freschezza dell'aria o dello scintillio dell'acqua: Come potete comprarli da noi? Ogni parte di questa terra è sacra al mio popolo. Ogni ago scintillante di pino, ogni spiaggia sabbiosa, ogni goccia di rugiada nei boschi oscuri, ogni insetto ronzante è sacro nella memoria e nell'esperienza del mio popolo.    La linfa che circola negli alberi porta le memorie dell'uomo rosso.


Un guerriero ASSINIBOINE con una giovane aquila. Sono circa 300 oggi le comunità indiane riconosciute dalle autorità federali americane; altre 150 invece sono del tutto ignorate.

       I morti dell'uomo bianco dimenticano il paese della loro nascita quando vanno a camminare tra le stelle. Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli. Il cervo, il cavallo e l'aquila sono nostri fratelli. Le creste rocciose, le essenze dei prati, il calore del corpo dei cavalli e l'uomo, tutti appartengono alla stessa famiglia. Perciò, quando il grande Capo che sta a Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra, ci chiede molto.

      Egli ci manda a dire che ci riserverà un posto dove potremo vivere comodamente per conto nostro: Ma non sarà facile perché tutta questa terra per noi è sacra. L'acqua scintillante che scorre nei fiumi e nei torrenti non è soltanto acqua, ma è il sangue dei nostri antenati. Se noi vi vendiamo la terra, voi dovete ricordare che essa è sacra e dovete insegnare ai vostri figli che essa è sacra e che ogni tremolante riflesso nell'acqua limpida del lago parla di eventi e di ricordi nella vita del mio popolo.

Danza di guerra nel villaggio Sioux prima della partenza per la battaglia.

      Noi sappiamo che l'uomo bianco non capisce i nostri pensieri. Una porzione della terra è la stessa per lui come un'altra, perché egli è uno straniero che viene nella notte e prende dalla terra qualunque cosa gli serve; quando l'ha conquistata egli si sposta, lascia le tombe dei suoi padri dietro di lui e non se ne cura. Egli strappa la terra ai suoi figli e non se ne cura. Le tombe dei suoi padri e i diritti dei suoi figli vengono dimenticati. Egli tratta sua madre Terra e suo fratello il Cielo, come cose che possono essere comprate, sfruttate e vendute, come fossero pecore o perline colorate.

       Non c'è alcun posto quieto nelle città dell'uomo bianco. Alcun posto in cui sentire lo stormire delle foglie in primavera o il ronzio delle ali degli insetti. Il rumore delle città ci sembra soltanto che ferisca gli orecchi. E che cosa è mai la vita se un uomo non può sentire il grido solitario del lupo o i discorsi delle rane attorno a uno stagno di notte? L'aria è preziosa per l'uomo rosso poiché tutte le cose partecipano dello stesso respiro. L'uomo bianco non sembra accorgersi dell'aria che respira e come un uomo da molti giorni in agonia, è insensibile alla puzza.

       Ma se noi vi vendiamo la nostra terra voi dovete ricordare che l'aria è preziosa per noi e che l'aria ha lo stesso spirito della vita che sostiene. E se noi vi vendiamo la nostra terra voi dovete tenerla da parte  come sacra. Queste sono le mie condizioni: l'uomo bianco deve trattare gli animali di questa terra come fratelli, perché qualunque cosa capita agli animali, presto capita all'uomo. Tutte le cose sono collegate. Voi dovrete insegnare ai vostri figli che il terreno sotto i loro piedi è la cenere dei nostri antenati. Affinché rispettino la terra dite ai vostri figli che la terra è ricca delle vite del nostro popolo. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è nostra madre. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra.Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla terra. Questo noi sappiamo: tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia. Non è stato l'uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo e qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a sé stesso.

           Ma noi considereremo la vostra offerta di andare nella riserva; importa poco dove spenderemo il resto dei nostri giorni. I nostri figli hanno visto i loro padri umiliati nella sconfitta e i nostri guerrieri hanno provato la vergogna.E dopo la sconfitta essi passano i loro giorni nell'ozio e contaminano i loro corpi con cibi dolci e bevande forti.Poco importa dove passeremo il resto dei nostri giorni: essi non saranno molti. Quando l'ultimo uomo rosso sarà scomparso e il suo ricordo sarà solo l'ombra di una nuvola che corre sulla prateria, queste spiagge e queste foreste conserveranno ancora lo spirito del mio popolo perché ha amato questa terra come il neonato ama il battito del cuore di sua madre. 

"Parlando con gli spiriti" una delle immagini più belle del libro The North American Indian di Edwuard Curtis. La suggestione delle foto di ieri non deve far dimenticare la drammatica realtà di oggi: il trauma culturale, il senso di alienazione e la grande povertà hanno reso gli "uomini rossi" un popolo ad alto rischio di alcolismo.

Momento culminante della danza del sole, cruento rito in cui i giovani ( un Assiniboine in questo caso ) sfidano il dolore danzando con una corda di cuoio assicurata al petto attraverso una profonda incisione.
Battuta di caccia

Indiani Hopi accompagnano via fiume una sposa alla cerimonia presso il vicino accampamento. A prua troneggia l'aquila calva, da sempre simbolo di potenza e forza tra indiani

 

                           Un " pellerossa " impegnato nella pesca sul fiume

 

   Donne della tribù HOPI con i caratteristici abiti tradizionali, attingono acqua alla sorgente. La tribù vive oggi in un territorio desertico e inospitale sull'altipiano del Colorado, tra il fiume omonimo e il Rio Grande, entro antichi villaggi di pietra. Uno di questi, Old Oraibi, risale a mille anni fa.

 






THE CHEROKEES - Gli ultimi indiani d'America

                           Meglio sarebbe dire " natives " ma ormai non sarà più possibile correggere l'errore nato con l'epopea cinematografica.

 Two nations, one people.

           More than 150 years ago, the Cherokees of the North Carolina follow separate paths as they seek to keep thair tribal soul while making in the outside world.


 A ceremonial dancer wears paint and feathers adapted from the dress of his Plain forebears at the Cherokee National Holiday Powwow.













  During the busy season in Cherokee, North Carolina, he earned cash posing for snapshots: All tourists want is your indian face, so that's what you sell.Off-season work at home is scarce;when last heard from, Grant was headed for South Carolina where friends think he may have landed a factory job.




NORTH CAROLINA - Rusting visage of Sequoyah, the indian scholar who in the 1800s devised a writing system for the cherokee language, rises above the tourist clamor in Cherokee.  A gateway to Great Smoky Mountains National Park the headquarters of the Eastern Band is a Jumble of storefronts, neon signs, and tepees that draws nearly six million visitors each year to the Cherokee reservation.





Charmed by his act, a french tourist plants a kiss on Henry Lambert in the town of Cherokee.By chiefing - posing for visitors - for 44 years, he has earned enough money to educate six children and pay for his home.
         The tourists love this look, Lambert says, so, i'll be chiefing this way until Gabriel blows his horn.




                                       "  Parhaps the Mountains were calling me to return, for i could get no rest in my soul until i agreed to follow "...
wrote the cherokee poet Marijo of her 1992 move from western Tennessee to the Great Smoky Mountains.
       Hiding in the highland forest to evade forced removal, precedessors of the eastern band planted the seeds of a separate nation.
       Cedar and oak sheltered them; deer and trout susteined them.
 
 



The trail of tears.
                  Many white americans acknoledged the agrarian skills of the Cherokee,Creek and Seminole as well as their adoption of european customs - dubbing them the Five Civilized Tribes of  the Southeast. Yet the settlers' desire for more farmland overcame their admiration. They demanded that the indians go. The president Jackson responded by signing the Indian Removal Act of 1830, setting the stage of a tragic saga - the killing exodus along the TRAIL OF TEARS to what later became Oklahoma.
                  A minority faction of Cherokee agreed to emigration of the entire nation by signing the treathy of New Echota in 1835. But news of calamities suffered by other tribes being forced west strengthened the resolve of some cherokee to stay on their ancestral land.
                   Despite a U.S.Supreme Court ruling that allowed the Cherokee to remain, most were rounded up by soldiers and detained in concentration camps.
                   A thousand or more others fled into the Great Smoky Mountains and became the ancestors of today's Eastern Band. Following distraous relocations by river under military control, principal chief John Ross negotiated with Gen.Winfield Scott to permit the Cherokee to conduct their own removal overland.   Beginning in August 1838, the remaining detainess - 12.000 in all - set out in 13 ragtag parties. By the time the last exiled Cherokee arrived in Oklahoma in 1839, the forced march had claimed as many as 4.000 lives.


                Adding a golden moment to their memory books, cheerleaders launch a parking-lot pep rally before Sequoyah High School homecaming game. Originally an orphanage housing indian children who lost parents during the civil war, the school serves some 300 Native American boarding and day students who take courses degned with an indian perspective.





Down to the smallest flutter of sacred eagle feathers, a chile learns a Cherokee dance from his grandfather.The elder fashions buckskin and buffalo hide into fancy Plains dress;
Traditional Cherokee dress was simpler and earthier in color.
"We mix upour indian regalia and customs a lot, says the Cherokee,"but we've still got our old ways.












Sporting a haircut in praise of pro basketball idol
Shaquille O'Neal, at far right is proof that pop culture is making inroads into Snowbird North Carolina, among the most isolated and traditional of Cherokee communities.
                      Two brothers wear mohawks, a hairstyle borrowed from the Iroquois of the Northeast.
               Yet, for the boys custom stops there.
They don't like the traditional food we eat like bean, bread, mustard geens and corn meal, says their aunt, they'd rather eat at McDonald's.






Geronimo, ( il vero nome era Goyaałé) è stato uno dei più famosi condottieri “indiani” Apache del XIX secolo.
Nacque il 16 giugno 1829, vicino al fiume Gila, in Arizona.
Trascorse una gioventù tranquilla, e come tutte le 250 tribù di “indiani” d’America prima delle guerre e della decimazione, ebbe una vita libera in stretto contatto con la natura. Per loro era incomprensibile la legge dell’ “uomo bianco” che lottava per conquistare la terra depredandola di ogni sua risorsa. Ma scese in campo con le armi, dopo che 400 soldati messicani trucidarono sua moglie, i suoi figli e sua madre, nell’estate del 1858.
Geronimo fu un guerriero leggendario. Lottò alla testa di un piccolo gruppo per difendere la cultura Apache, per la libertà e contro il colonialismo. Fu un leader spirituale e anche uno sciamano con grande esperienza nel campo della medicina tradizionale.
Combatté per circa 25 anni contro le truppe messicane e statunitensi. Fu uno stratega di straordinaria intelligenza militare ma dovette scontrarsi con un nemico infinitamente superiore per mezzi e per numero. Il suo divenne l'ultimo grande gruppo di combattimento di nativi americani che si rifiutarono di riconoscere il governo degli Stati Uniti nel West. Questa lotta giunse a termine il 4 settembre 1886, quando Geronimo si arrese e fu consegnato al generale Nelson Miles dell’esercito statunitense, che per catturarlo aveva messo in campo ben 5.000 sodati.
Fu costretto a passare gli ultimi anni della sua esistenza nelle prigioni di Fort Sill in Oklahoma, dove dettò la sua autobiografia e dove morì, il 17 febbraio 1909, a causa di una polmonite.










Geronimo chiamato: "Quello che sbadiglia"


COCHISE capo degli Apaches


Il guerriero non è uno che combatte, perché nessuno ha il diritto di togliere un'altra vita. Il guerriero, per noi, è colui che si sacrifica per il bene degli altri. Suo compito è prendersi cura degli anziani, degli indifesi, di coloro che non possono provvedere a se stessi e, soprattutto, dei bambini, futuro dell'umanità.
Toro Seduto (1831-1890 circa), Hunkpapa Sioux.

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Vi è molto di folle nella vostra cosiddetta civiltà.
Come pazzi voi uomini bianchi correte dietro al denaro, fino a che ne avete così tanto, che non potete vivere abbastanza a lungo per spenderlo.
Voi saccheggiate i boschi e la terra, sprecate i combustibili naturali.
Come se dopo di voi non venisse più alcuna generazione, che ha altrettanto bisogno di tutto questo.
Voi parlate sempre di un mondo migliore, mentre costruite bombe sempre più potenti per distruggere quel mondo che ora avete.
(Tatânga Mânî-Bufalo che Cammina, Assiniboine-Stoney)
 
PIEDE DI CORVO

"Che cos'è la vita? È il lampo di una lucciola nella notte. È il respiro di un bufalo d'inverno. È la piccola ombra che corre sull'erba e si perde nel tramonto."
"Piede di corvo", Capo guerriero e oratore
La Nazione dei Piedi Neri (Aamsskáápipikani, Pikuni), ufficialmente chiamata Tribù dei Piedi Neri della Riserva del Montana, è una tribù riconosciuta a livello federale del popolo Siksikaitsitapi con una riserva nel Montana. I membri della tribù appartengono principalmente alla banda dei Piedi Neri Piegan (Ampskapi Piikani) della più ampia Confederazione dei Piedi Neri che si estende tra Canada e Stati Uniti. (Oggi sono circa 17000)

Canto Navajo

Non avvicinarti alla mia tomba piangendo.
Non ci sono.
Non dormo lì.
Io sono come mille venti che soffiano.
Io sono come un diamante nella neve, splendente. Io sono la luce del sole sul grano dorato.
Io sono la pioggia gentile attesa in autunno.
Quando ti svegli la mattina tranquilla, sono il canto di uno stormo di uccelli.
Io sono anche le stelle che brillano, mentre la notte cade sulla tua finestra.
Perciò non avvicinarti alla mia tomba piangendo. Non ci sono.
Io non sono morto.

                                                              •Art Thomas Blackshear

Oscar :  l’Academy si scusa con la nativa americana Piccola Piuma che lesse la lettera di Marlon Brando ( 1973 ) di rifiuto del premio

( SONO PASSATI 50 ANNI - Piccola Piuma ne ha 75 ed è malata di cancro in fase terminale.)

ORA ANCHE LE SCUSE SONO RIFIUTATE

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IL CAMMINO DELLE LACRIME  

domenica 14 agosto 2022

LA VESPA VELUTINA ARRIVATA ANCHE IN TOSCANA

L’arrivo e la diffusione di specie aliene è una delle principali cause di perdita di biodiversità. Da alcuni anni l’Europa sta affrontando l’invasione di una specie particolarmente temibile, il calabrone dalle zampe gialle Vespa velutina nigrithorax.

  a sn il Calabrone asiatico/Calabrone a zampe gialle: la Vespa velutina; a dx il Calabrone europeo Vespa crabro

A causa della sua flessibilità ecologica, rapidità di dispersione e specializzazione nel predare le api, questo calabrone desta grande preoccupazione dal punto di vista ecologico ed economico. A differenza dell’ape asiatica (Apis cerana), infatti, la nostra ape (Apis mellifera ligustica) non riesce a difendersi adeguatamente. Oltre alle api – che rappresentano l’80% della dieta proteica delle larve di velutina in ambiente urbano e il 45-50% in ambiente rurale – il calabrone preda anche altri importanti impollinatori (bombi, megachilidi, farfalle, etc).

Danni secondari, ma non trascurabili, sono quelli ai frutti maturi, prediletti dagli esemplari adulti di velutina

Il tasso di aggressività verso l’uomo è analogo a quello del calabrone europeo. In prossimità dei nidi però l’attacco può essere violento: 8-12 punture possono provocare un avvelenamento che richiede il ricovero in ospedale.

All’inizio del mese di aprile 2020 sono ricominciate le segnalazioni di Vespa velutina nelle provincie di La Spezia e quelle di Massa e Carrara dove erano state segnalate la prima volta nel 2007.

Fai una segnalazione

elimina nido -     Da ogni nido di velutina potrebbero nascere, l’anno successivo, altre 30-40 colonie. Scopri come distruggerli nella tua zona.

Fai trappole     

sito http://www.stopvelutina.it/notizie/

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domenica 17 luglio 2022

L'ANNO DELLA LOCUSTA

 LOCUSTE e CAVALLETTE

         Generalmente  si ha l'idea che l'invasione delle cavallette sia una piaga biblica confinata alla storia d'Egitto o comunque all'Africa ma non è così: la frequenza delle invasioni nel nostro Mezzogiorno è stata tale che compilarne la storia sarebbe altrettanto arduo che scrivere quella delle carestie.

          Solo le ultime invasioni sono state accuratamente descritte; Per contenerle gli organi dello stato chiedevano l'intervento ai reponsabili degli osservatori per le malattie delle piante che impiegavano i primi mezzi chimici: Obbedendo alle regole della scienza, gli strateghi riferivano, al termine delle operazioni, i risultati ottenuti, i colleghi applaudivano o criticavano e all'invasione successiva la lotta sarebbe stata più efficace.

        Sfogliando gli annali fissiamo qualche data: Nel 1911 il Dociostaurus invade la Sicilia occidentale, nel 1920, favorito da condizioni eccezionali, penetra nel cuore degli Abruzzi, nel 1928 dilaga in Sardegna, il 1929 è l'anno della tragica invasione del Tavoliere pugliese. L'orda malefica viene assalita con i mezzi della tecnologia più avanzata: la crusca avvelenata con arsenito di sodio e lo stesso in soluzione, irrorato nelle aree di sviluppo delle larve. Al termine della battaglia si calcolerà di avere distrutto cento miliardi di insetti per un peso complessivo di 324.000 tonnellate.

        Nel 1931 si registrano sciami nella campagna romana, nel 1933 viene duramente colpita la Sardegna dove il Dociostaurus combatte la sua ultima (speriamo) guerra nel 1946 quando dei 2,4 milioni di ettari dell'isola 1,5 sono colpiti dall'invasione. Le orde si concentrano su 250.000 ettari vale a dire l'equivalente di una media provincia. Numerosi i mezzi impiegati e a conclusione un epico bollettino di vittoria sul più diffuso mensile agronomico, L'ITALIA AGRICOLA.

       Nella sfida sono stati impiegati lanciafiamme e pirofori, sono stati distribuiti 132.000 quintali di crusca avvelenata, impiegati 7.100 quintali di arsenico in forma solida, 8.400 di arsenico liquido, 18.800 quintali di cloridrina e quantità ingenti di tutti gli insetticidi tradizionali. Ma a quelli tradizionali si è aggiunta l'ultima arma della chimica il gammesano, parente del DDT di cui i responsabili delle operazioni non hanno reperito che 263 quintali ( di cui si rileva la straordinaria efficacia ) : La crusca impregnata del prodigioso composto, attira le cavallette anche dallo stomaco delle compagne avvelenate, avidamente mangiate dalle superstiti. Lo stesso veleno uccide così due o tre insetti. Con le ultime creature della chimica saranno poi contenute in Sardegna le nuove invasioni del 1952 e 1953.

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   Come il DDT nella guerra alle locuste, negli stessi anni, nella lotta alla malaria, è cominciata l'era dei clorurati: Non trascorrerà molto tempo che agli inni di lode si sostituiranno le grida di allerme e vituperio. Ma tutta la storia della scienza è storia di trionfi, di errori e di dispute infuocate: Dimenticare una delle tre componenti equivale a renderne incomprensibile il corso.

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LO SCIAME SI INGIGANTISCE

     Le larve diventano adulte,generano a loro volta una schiera di novellame che ha ormai tutte le caratteristiche del gregarismo. Alle marce degli immaturi incapaci di volare, si aggiungono le trasvolate degli adulti appartenenti a più generazioni, in grado di coprire enormi distanze alla velocità di 6 metri al secondo. Volano durante il giorno e al tramonto si abbattono sulla vegetazione per sfamarsi. L'emergenza prende corpo. Uno sciame può misurare centinaia e centinaia di chilometri quadrati; ora, se teniamo conto che in un chilometro quadrato si possono contare da 40 a 80 milioni di locuste che pesano complessivamente 300 tonnellate e ne mangiano altrettante in vegetali ogni giorno, le dimensioni della catastrofe appaiono evidenti.

DAL LANCIAFIAMME AL PESTICIDA

    Nella guerra a questi insetti, nel 1943 l'esercito inglese in nordafrica predisponeva a terra linee di sbarramento con piccoli aerei da caccia attrezzati per irrorare di DDT le dune infestate da sciami immensi. L'invenzione di questo prodotto avvenuta nel 1939 segnò il passaggio dagli interventi meccanici ai pesticidi.- Prima del conflitto mondiale le locuste si distruggevano con i lanciafiamme; le larve venivano raccolte in fosse comuni e bruciate, oppure si schiacciavano come mosche sotto grossi attrezzi trainati da cavalli. Oggi la situazione è monitorata in tempo reale con le immagini trasmesse dai satelliti e si interviene subito con sostanze assai meno inquinanti per l'ambiente ( almeno questo lasciano intendere ).   Uno può pensare che il nostro più grande desiderio sia la scomparsa totale di locuste e cavallette dalla faccia del pianeta. Non è così: Questi insetti sono un anello importante della catena alimentare e costituiscono il cibo principale per un gran numero di uccelli, rettili e mammiferi. La loro estinzione provocherebbe all'ambiente più danni di un'invasione. Si tratta invece di agire in maniera oculata, colpendo solo là dove vengono segnalati processi riproduttivi abnormi e rispettando le popolazioni "normali".

    Nemici naturali, predatori, malattie: meglio della chimica, ma è sempre guerra. Il disarmo totale è e resta utopia. Anche se l'armistizio dura ormai da anni la macchina è pronta a rimettersi in moto.


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giovedì 14 luglio 2022

I CROSTINI DEL CARDUCCI

 

 16)  I CROSTINI VERI                   

INTRODUZIONE : alcuni chiarimenti si rendono quì necessari perché la definizione "VERI" comporta una netta distinzione da quelli che comunemente avrete gustato magari anche nei migliori ristoranti ma che con questi non hanno niente a che vedere, né per quanto riguarda il gusto, né per quanto riguarda le modalità di preparazione che, similmente alla testa di cinghiale che ho descritta al punto N.3, richiedono un impegno e più che altro un'autentica passione per la cucina che ormai sembra del tutto scomparsa: Una cosa è certa, nessuno delle giovani generazioni, sono pronto a scommettere, avrà mai avuto occasione di assaggiare questa prelibatezza. Ragion per cui sfido qualche giovane amatore di alta cucina  ( invito a lasciare la "haute cuisine"  ai francesi ) a cimentarsi seguendo le indicazioni che vedete sotto.

PER 4 PERSONE  -  

                                   3 hg. di fegatini di pollo;
                                   Budellini di due polli, debitamente trattati e puliti;
                                   1 bel cipollone rosso per lo sfritto;
                                   3 filetti di alici tolte dalla salamoia;
                                   1 bicchiere di vino bianco secco;
                                   1 cucchiaio grande di capperi;
                                   1 pentola di brodo di carne ( preferibilmente pollo ) e verdure; 
                                   Olio e sale q.b.
                                   2 fette di pane a testa, tagliate a metà, spessore 2 cm. circa ( pane
"posato"  ben compatto, di qualche giorno, un pane troppo fresco non è adatto ).
                                  

Chiarimenti:

 Ci saranno molte perplessità su dove trovare e come pulire i suddetti budellini di pollo. In città non dovrebbe essere difficile in quanto qualsiasi polleria considera i budellini materiale di scarto e può darveli gratuitamente; in campagna la gente che alleva i polli per uso di casa potrà fornirveli su richiesta in quanto ormai nessuno li usa più.
   La pulitura richiede che vengano prima svuotati "strusciandoli" da un capo all'altro ( non fate pezzi più lunghi di 30-40 cm. ) poi rovesciati ( un ferro da calza sarà utilissimo ) e abbondantemente sciaquati in acqua corrente quindi ripassati in una bacinella contenente acqua, un bicchiere di aceto e almeno un limone strizzato, dove rimarranno una notte prima di essere nuovamente risciacquati ( ai vecchi tempi si usava un apposito recipiente che, debitamente assicurato, veniva lasciato una notte nell'acqua corrente di un fosso ).
-------------------------------------------------- Detto questo, veniamo finalmente a noi...

-------------- Come già spiegato non starò a dire come fare un buon brodo di pollo o manzo ( o entrambi ) fate solo in modo che una bella pentola ( magari del giorno prima ) sia pronta e fumante al momento di andare in tavola con i crostini.
---------------Iniziamo a sfriggere la cipolla ben tritata, con il necessario olio in cui faremo "sciogliere" i filetti di acciuga, ( magari aiutandoci anche con la forchetta). Appena preso un po' di colore aggiungere i capperi, con i  fegatini e i budellini ( interi ).
                    Cuocere  per mezz'ora, aggiustando di sale poi sfumare con vino bianco e riprendere dieci minuti circa la cottura  per far ritirare.
                     Lasciamo ora abbassare la temperatura perché ora è il momento di tritare. Come? Con la vecchia e lenta mezzaluna non si sbaglia, fino ad ottenere un trito abbastanza fine ed omogeneo, certo ci vuole pazienza. Dico  però che si può ottenere egualmente un ottimo risultato anche con il classico frullatore, usandolo a "colpetti" misurati perché non vogliamo una crema, vogliamo un impasto omogeneo ma che conservi sempre una certa granulosità al palato. - Quindi, dal tegame tutto quanto in frullatore e in due minuti sarà pronto.
                     E veniamo ora al pane: come indicato è preferibile un pane "posato"  di una certa compattezza e quindi non fresco. A parte in un vassoio preparate le fettucce ricoprendole generosamente dell'impasto di cui sopra. In tavola, nelle quattro scodelle versate il brodo fumante nella quantità che dovrebbe non oltrepassare i due centimetri ( mediamente qualcosa meno di un rumaiolo ) e immediatamente adagiate i quattro crostini anch'essi ben caldi; nel giro di un minuto il brodo dovrebbe essere assorbito quasi totalmente e buon appetito!
                    Ma tenete ancora in tavola la pentola l'impasto e altro pane perché vedrete che puntualmente vi sarà richiesto di ripetere il procedimento...


     Considerazioni : Questa lavorazione non potrete mai pretenderla da un ristorante. Anche in casa veniva riservata alle grandi occasioni di riunione della famiglia, generalmente nelle feste di Natale e Pasqua, a cui sempre seguivano i nostri Tortelli che aromatizzati alla maggiorana, meriterebbero anch'essi una DOC. Non li conoscete e pensate che non si facciano più? Ebbene posso dirvi che c'è ancora in borgo un negozio che li fa ( incredibilmente tali e quali li faceva mia nonna ), solo su ordinazione, ma questa è un'altra storia...

vedi tutte le altre ricette

martedì 21 giugno 2022

PSICOPATOLOGIA DEL NAZISMO

" Il concetto di scienza come ricerca della verità 

Come Socrate accusato di essere un traviatore di giovani


Il concetto di scienza come ricerca della verità era addirittura cancellato dalla mente di Hitler, tanto che egli non ne discute nemmeno. Come sappiamo la teoria della relatività finì con l'essere condannata perché inventata da un ebreo. L'Inquisizione condannò la dottrina di Galileo perché la considerava falsa ma Hitler accetta o rinnega le dottrine per ragioni puramente politiche, senza mai rifarsi alla nozione di vero o di falso.

   Il povero William James che inventò questo punto di vista, inorridirebbe se sapesse l'uso che se ne fa oggi; ma quando si abbandona il concetto della verità obiettiva, è chiaro che alla domanda " che cosa devo credere?" si può rispondere soltanto con l'appello alla forza e con l'arbitraggio degli eserciti e non con i metodi della teologia o della scienza.

   Gli Stati che seguono una politica basata sulla rivolta contro la ragione ( mi ricorda qualcosa di molto attuale ) finiscono perciò col trovarsi in conflitto con le persone colte e anche con le Chiese, ovunque una Chiesa autentica sopravviva.

    Un elemento importante provocò la rivolta contro la ragione e cioè il fatto che molti uomini abili ed energici non possono dare sfogo alla loro smania di potere e diventare sovversivi. I piccoli Stati un tempo davano a molti più uomini la possibilità di arrivare al potere politico e le piccole aziende davano a molti più uomini la possibilità di ottenere il potere economico. Per dare sfogo alla sua iniziativa personale l'uomo non fa altro che coltivare il suo giardinetto durante il fine settimana; politicamente invidia tutto quel che si fa in favore delle classi operaie ma, sebbene si senta povero, lo snobismo gli impedisce di adottare i metodi del socialismo e dei sindacati. Può darsi che il suo sobborgo sia più popoloso di molte città dell'antichità, ma la vita collettiva vi si svolge languida e nessuno ha voglia di interessarsene. Per un uomo di questo genere, se il suo malcontento è abbastanza forte, un movimento fascista può sembrare una liberazione.

          Le due cose di cui il mondo ha più bisogno sono il socialismo e la pace, ma sono tutte e due contrarie agli interessi degli uomini più potenti del nostro tempo. Non è difficile far sì che socialismo e pace appaiano contrari agli interessi di larghi strati della popolazione e il modo più efficace consiste nello scatenare l'isterismo di massa. Quanto più i governi corromperanno la mente dei loro sudditi, quanto più grandi saranno le difficoltà economiche del presente, tanto più chi ne soffre si lascerà sedurre dallo specchietto per le allodole e passerà dalla sobrietà intellettuale a qualche ingannevole fuoco fatuo .

         La febbre del nazionalismo, che non ha cessato di crescere dal 1848 in poi, è una forma del culto dell'irrazionale. L'idea di una verità universale è stata abbandonata: vi è la verità inglese, la verità francese, la verità tedesca, la verità montenegrina, la verità del Principato di Monaco. Vi è altresì la verità dell'operaio e la verità del capitalista. Il contrasto fra queste differenti verità, giacché non si può più ricorrere alla persuasione razionale, va risolto soltanto con la guerra e con campagne di propaganda che rivaleggiano per follia.

         La razionalità, nel senso di un appello ad un tipo di verità impersonale e universale, è di estrema importanza per il benessere della specie umana, non soltanto nelle epoche in cui la sua prevalenza è agevole ma anche anzi, di più, nei tempi in cui la si disprezza e la si rinnega. Come il sogno vano di uomini che non hanno il coraggio di uccidere chi non ha le loro stesse idee.

        Ma vi è un'altra ragione che spiega perché il culto moderno dell'irrazionale, in Germania o altrove, sia incompatibile con ogni forma tradizionale di cristianesimo. Ispirato dal giudaismo il cristianesimo adottò la nozione della verità con la correlativa virtù della fede. Ma a poco a poco l'influenza dello scetticismoe la pubblicità fecero sì che sembrasse impossibile trovare la verità e invece molto vantaggioso asserire il falso. La probità intellettuale fu annientata. Hitler spiegando il programma nazista dice:

" Lo Stato nazionalsocialista considererà la scienza come un mezzo per accrescere il prestigio nazionale. Non soltanto la storia del mondo ma anche la storia delle civiltà deve essere insegnata da questo punto di vista. L'inventore dovrà apparire grande non soltanto come inventore ma anche come concittadino. All'ammirazione per ogni grande impresa s'aggiungano l'orgoglio e la fierezza. Dobbiamo far emergere i nomi dei più grandi dalla massa dei grandi nomi della storia germanica e metterli davanti agli occhi dei giovani in modo così evidente da farne i pilastri di un incrollabile sentimento nazionalista ".

      Le speranze degli industriali e dei militaristi si possono realizzare facilmente con il fascismo e molto difficilmente per altre vie. Il fatto che il raggiungimento dei loro scopi si attui solo con la rovina della civiltà, fa di loro non degli esseri irrazionali, ma semplicemente satanici. Questi uomini, da un punto di vista intellettuale sono gli elementi migliori ma dal punto di vista morale sono i peggiori. Quanto agli altri, abbacinati da visioni di gloria, di eroismo e autoimmolazione, sono diventati ciechi ai loro veri interessi e travolti da un turbine emotivo hanno concesso che ci si servisse di loro per scopi opposti. Ecco qual'é la psicopatologia del nazismo.

       Ho detto che gli industriali e i militaristi che appoggiano il fascismo sono sani di mente ma la loro salute mentale è solamente relativa. Thyssen ( questo nome mi ricorda qualcosa ) crede che grazie al movimento nazista egli riuscirà contemporaneamente ad annientare il socialismo ed aumentare prodigiosamente il suo mercato. E' necessario però che egli resusciti la fiducia in sé stessi dei tedeschi e il loro nazionalismo fino a un punto pericoloso; una guerra perduta ne sarà il risultato più probabile. Nemmeno un grande successo iniziale potrebbe garantire la vittoria finale. Anche oggi come venti anni fa, il governo tedesco si scorda dell'America. ( direi che le profezie di B.Russell sono molto più chiare e verificate di quelle di Nostradamus ).

 Tratto dal libro di Bertrand Russell

  ELOGIO DELL'OZIO   - 1935

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domenica 19 giugno 2022

ISOLA D'ELBA

 ISOLA D'ELBA   


L'Isola d'Elba è un'oasi verde e blu tra le acque nell'Arcipelago Toscano, dove la natura regna sovrana. L'isola dagli infiniti orizzonti: spiagge dorate che carezzano le acque cristalline, massicci granitici immersi nella macchia e paesaggi lunari delle miniere.

Racchiude in sé il fascino e l'esclusività di un territorio puro e incontaminato, ricco di storia e di vicende di popoli da sempre baciati dal sole. Le spiagge e le scogliere, il vento, la terra, i profumi, i sapori, il duro lavoro dell'uomo, i paesini arrampicati sui monti, le terrazze sul mare non sono che l'inizio di un'isola che non delude mai.

Ogni giorno una nuova emozione da vivere, un nuovo luogo da scoprire; visitare l'Isola d'Elba è una vera e propria esperienza di vita.

        Oggi è possibile organizzare e ritagliare su misura la vacanza perfetta: dalla scelta della struttura ricettiva più adatta alle proprie esigenze, ai consigli su dove andare a mangiare, come impiegare al meglio il tempo libero e dove scovare i luoghi di divertimento più esclusivi.

L'offerta turistica è assai ampia: hotel, alberghi, campeggi, villaggi turistici, appartamenti e case vacanza, agriturismo, itinerari storico-culturali, enogastronomici, naturalistici e sportivi, tutti selezionati in base alle diverse esigenze: famiglie con bambini, gruppo di amici o ragazzi single alla ricerca del divertimento, e perché no, dell'anima gemella. Preziosi consigli permettono di scoprire i luoghi più nascosti e suggestivi e di tuffarsi nei colori e nei sapori dell'isola più grande del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano.

Storia, sport, natura, divertimento, relax: ingredienti che fanno della vacanza all'Isola d'Elba un'esperienza indimenticabile. E… le spiagge, caratterizzate dall’incredibile diversità di colori e tipologie, capace di accontentare ogni gusto e desiderio!

TRAGHETTI - PREZZI, PRENOTAZIONI, ORARI, COMPAGNIE 

 L'Isola d'Elba è un presidio di biodiversità, un'oasi verde e blu dove la natura regna sovrana. Con i suoi 223,50 kmq è per estensione la terza isola italiana e la più grande dell'Arcipelago Toscano. Da ovest a est, cioè da Punta Nera a Capo Pero ha un’estensione di circa 27 chilometri e da nord a sud, da Capo Vita a Punta dei Ripalti di circa 18 chilometri.

Dalle mille insenature, il suo territorio è rigoglioso, verde e selvaggio e con un cuore ricolmo di metalli e preziosi minerali.

L'isola offre un clima mite e una moltitudine di paesaggi diversi: romantici borghi di pescatori, paesini arroccati, antichi castelli, verdi vallate e incantevoli golfi che si alternano a splendide spiagge.

Nonostante il perimetro misuri appena 147 chilometri, la costa è molto ricca e diverse sono le spiagge e le calette di ogni tipologia e colore. In pochi minuti, dalle ripide scogliere che sprofondano a picco nel mare cristallino, si può passare al massiccio granitico del Monte Capanne.

In cima, a 1019 metri di altezza, la vista si perde su 360 gradi di mare infinito, le isole toscane e la Corsica.

L'Isola d’Elba presenta un ricchissimo quadro geomineralogico: una vasta gamma di gemme, rocce e minerali, dimostrazione dei complessi eventi geologici che hanno portato alla formazione dell’isola.

Monte PeroneMonte Capanne

Il paesaggio vegetale dell'Elba è in massima parte caratterizzato dalla macchia mediterranea che può variare da una forma arbustiva (macchia bassa) ad una più arborea (macchia alta), fino al vero e proprio bosco.

Nei boschi dell’Elba il leccio è la specie prevalente, insieme alla sughera, all’erica arborea, al lentisco e al corbezzolo. Sui rilievi montuosi più alti è significativa la presenza del castagno, del tasso e del carpino nero e nelle valli più fresche vegeta la felce. Altre piante presenti sull'isola sono le diverse specie di pino: d‘Aleppo, domestico e pino marittimo.

Curiosità: L’Elba, con un’estensione pari a meno di un millesimo rispetto all’Italia, ospita il 13,4% di tutte le specie vegetali.

Nella bassa macchia si trovano arbusti come il mirto, il cisto e la ginestra. In alcune zone, sopratutto del versante meridionale, compare una vegetazione estremamente bassa e rada: la gariga. Tipiche di questo ambiente sono soprattutto le specie aromatiche come il rosmarino, l'elicriso e le orchidee spontanee la cui fioritura è uno spettacolo molto suggestivo.

L’isolamento geografico ha favorito la presenza di numerosi endemismi come il fiordaliso del Monte Capanne, la Viola corsica ed il Limonio.

Curiosità: Recentemente sul Capanne è stato scoperto un nuovo endemita che fiorisce all’inizio della primavera: lo zafferano dell’Elba.

Tra i profumi della macchia mediterranea, l’Elba ospita una vivace e originale varietà di fauna selvatica. Si possono scorgere capre selvatiche e alcune specie non originarie dell’isola come il muflone, che ha trovato il suo habitat lungo i pendii della zona occidentale dell’Isola e il cinghiale, che vive nel sottobosco cibandosi di bacche e radici.

Per i mammiferi più piccoli è di rilievo la presenza della martora, della lepre, del ghiro e del riccio e alcune specie di rettili e anfibi: vipera, biacco, lucertola, geco, rospo comune, raganella, rana verde.

Farfalla Gonepteryx Cleopatra

All’Elba è presente anche una gran varietà di farfalle, che si trovano ovunque: nei giardini, nei campi, negli orti, sulle spiagge e lungo le coste. Alcune specie sono endemiche delle isole toscane o della sola Elba.

È possibile ammirare questo bellissimo mondo di farfalle su tutto il territorio dell’Elba, ma alcuni ambienti risultano molto più ospitali. Una di queste aree è il Santuario delle Farfalle situato all’interno del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.

La presenza di innumerevoli testimonianze storiche e culturali, unite alle straordinarie bellezze naturali e alle tradizioni enogastronomiche fanno di questa isola un posto magico; un luogo unico al mondo per riscoprire il gusto dell’esplorazione e trascorrere le proprie vacanze!

L'Elba è collegata da numerose corse giornaliere di traghetti e aliscafi, che in un'ora di navigazione coprono i 10 chilometri di mare che la separano dal continente. La sua popolazione conta circa 35.000 abitanti, divisi in sette comuni, dodicimila dei quali residenti a Portoferraio, capoluogo dell'isola.

Area protetta e fruizione

A terra le zone tutelate sono quasi il 50% del territorio elbano, compresi alcuni scogli e isolotti: le Formiche della Zanca, l'Ogliera, lo Scoglio della Triglia, l'Isola Corbella, le Isole Gemini, l'Isolotto d'Ortano, l'Isola dei Topi e lo Scoglietto di Portoferraio (zona 2). Sono tutelati anche i territori degli isolotti di Palmaiola e Cerboli nel canale di Piombino (zona 2).

A mare: il Decreto Ministeriale del 10 agosto 1971 ha istituito una Zona di tutela biologica nel tratto di mare del territorio del comune di Portoferraio, in località le Ghiaie, compresa tra Punta Falcone e Capo Bianco, dove si trova Lo Scoglietto. In tale tratto di mare è proibita qualsiasi attività di pesca, sia professionale che sportiva, eccetto la pesca con lenze e con totanaie da terra.

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C A P O L I V E R I -







      GITE IN BARCA

MUSEI,LUOGHI STORICI E NATURA 

COSA FARE SE PIOVE 

COSA FARE SE C'E VENTO

COSA FARE SE FA TROPPO CALDO 

COSA FARE SE FA ANCORA FRESCO

COSA FARE SE SI E' STUFI DELLA SPIAGGIA 

GIRO ANELLO OCCIDENTALE 

P O R T O   A Z Z U R R O - 






 

VACANZE OVER 70 

ELBA IN 1 GIORNO 

L'ELBA IN MOTO 

ITINERARIO PIEVI ROMANICHE 

FORTIFICAZIONI ETRUSCHE ,TORRI PISANE E FORTEZZE MEDICEE 

LUOGHI PANORAMICI E SUGGESTIVI 

 R I O    M A R I N A -






 

 

 

 

 PORTOFERRAIO - Le fortezze medicee - video

 

 

MARINA DI CAMPO     



Vale veramente la pena visitare l'isola per ammirare il porto romano, il paesino, la villa di Agrippa e le catacombe di epoca romana, le grotte abitate in epoca preistorica, l'antica sorgente e le bellissime spiagge dall'acqua trasparente. 


A fine escursione è possibile fare un bagno a Cala Giovanna.

A Marina di Campo si trova l'Acquario dell'Elba, uno dei più grandi dell'Italia per la varietà di specie del Mediterraneo. 

MARCIANA MARINA  




 

CAMPO NELL'ELBA

Campo nell'Elba è un comune italiano di 4 666 abitanti della provincia di Livorno e dell'Isola d'Elba. Si tratta di un comune sparso in quanto il comune è costituito da diversi centri abitati, oggi frazioni comunali: il capoluogo è Marina di Campo.

Area: 55,6 km²
Provincia: Provincia di Livorno
Hotel: Prezzo medio per 3 stelle: 147 €. Visualizza hotel
Codice postale: 57034

Il territorio di Campo nell’Elba occupa la parte più meridionale e pianeggiante dell’Isola d’Elba e si estende dal golfo di Lacona fino a Pomonte. Qui è possibile passare nel volgere di pochi chilometri dalla vivace mondanità costiera a un tipo di soggiorno più tranquillo e riflessivo nelle frazioni più interne, come ad esempio nelle suggestive San Piero e Sant’Ilario. Del territorio di Campo nell’Elba fa inoltre parte l’Isola di Pianosa.

Il centro principale di questo comune sparso, costituito di borghi e piccole frazioni, è Marina di Campo, un antico villaggio di pescatori che sfruttavano come approdo la vasta baia sabbiosa e che oggi, proprio in virtù del suo arenile, il più esteso dell’isola, è una delle zone tra le più battute della stagione estiva.

RIO -

        Il comune di Rio è nato nel 2018, in seguito alla fusione dei comuni di Rio Marina e Rio nell’Elba. Il suo territorio si stende tra le meravigliose acque del mare che circondano l’Isola d’Elba e le colline profumate di macchia mediterranea. Una meta ideale per gli amanti della spiaggia, ma anche per appassionati di storia e cultura.
La presenza delle miniere di ferro, sfruttate già a tempi degli Etruschi, ha trasformato Rio nel centro minerario dell’isola e tracce dell’attività di estrazione del ferro si scorgono ancora oggi nelle colline dal colore rossiccio. Per conoscerne meglio questo aspetto della storia di Rio si possono visitare musei e vecchie miniere.

 Da Rio si parte anche per esplorare le antiche miniere elbane, grazie al progetto del Parco Minerario dell’Isola d’Elba, nato con l’obiettivo di far conoscere la cultura millenaria dell’estrazione e lavorazione del ferro e del quale fa parte anche il già citato Museo di Rio Marina. Tra paesaggi lunari e colori inaspettati, i sentieri minerari possono essere esplorati in compagnia di una guida, a piedi o a bordo di un trenino.

PROCCHIO - 

Dalla via alberata che porta al mare si raggiunge la meravigliosa spiaggia in sabbia, ideale per famiglie con bambini. In parte libera e in parte attrezzata con stabilimenti balneari e molti servizi, è divisa in tre spiagge, che sono una il prolungamento naturale dell’altra: Procchio, Campo all’Aia e ancora più avanti, la piccola spiaggia della Guardiola, dove il golfo si racchiude su sè stesso formando un'incantevole insenatura.

Monte Capanne: la vetta più alta dell'Isola d'Elba -

Sulla vetta del monte più alto dell'isola (1019 metri), durante una giornata particolarmente chiara, oltre che ammirare un panorama unico, si può spingere lo sguardo fino alle lontane isole dell'arcipelago: Pianosa, Capraia, Montecristo, Gorgona ed anche la Corsica.

Per gli amanti della natura e in particolare del trekking e del bird watching, l'Isola d'Elba offre quanto di meglio si possa desiderare per praticare l'escursionismo.

Seguendo i numerosi sentieri si può scoprire una moltitudine di microcosmi basati su delicati equilibri, ammirare varie forme endemiche, orchidee di rara bellezza, profumatissime fioriture e nello stesso tempo contemplare scorci panoramici di grande effetto.

Qui come in diverse altre zone dell'isola, nel periodo autunnale tra i boschi di lecci, sono presenti oltre 200 specie di funghi, tra cui il più ricercato e apprezzato è sicuramente il porcino nero.

La zona alle pendici del Monte Capanne, è caratterizzata da macchia mediterranea e grandi rocce granitiche, che erose dal vento, hanno assunto col tempo delle curiose e particolari forme.

Con un po' d'attenzione e di fortuna si possono osservare isolati branchi di mufloni o il maestoso volo di qualche splendido rapace.

Per raggiungere la vetta del Monte Capanne, oltre ai numerosi sentieri, vi è una cabinovia biposto che parte da Marciana, aperta nel periodo estivo. In pochi minuti si può raggiungere la cima del massiccio, godendo di un panorama unico! 

 I MIEI CONSIGLI -  L'escursione al monte Capanne è sicuramente tra le più belle che si possono fare in auto o moto ma anche comodamente con la cabinovia da Marciana.-   Anche in un solo giorno e senza mezzi a disposizione  è possibile raggiungere tutti i paesini dell'isola usufruendo delle varie linee di bus pubblici da prendere al centro biglietteria di Portoferraio, lato porto, appena scesi dal traghetto.  Capoliveri è da non perdere per la sua posizione panoramica ma anche, pernottando, per la sua vivace vita notturna.  Chi è appassionato di sub non ha bisogno di allontanarsi dalla scogliera, gli incontri più imprevedibili accadono ( come al sottoscritto ) anche in 2 metri d'acqua.

Per informazioni su 

hotel, residence, campeggi, appartamenti, case vacanza ti consiglio di vedere il sito https://www.infoelba.it/

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