FANCY 1

Qualcosa per riflettere, pensare, sognare...alzare il "punto di vista"...

giovedì 26 giugno 2025

ZANZARA: LA NEMICA DELL'ESTATE

 

         Ai primi caldi, da 190 milioni di anni, fa la sua comparsa la zanzara.Accade ogni sera d'estate, specialmente se l'atmosfera è carica di umidità


LEI E' CARNIVORA L'apparato pungente e succhiante di una zanzara femmina.
Dal sangue viene ricavato il nutrimento che serve allo sviluppo delle uova

LUI E' VEGETARIANO. L'apparato boccale del maschio,il lungo labbro centrale che nella femmina serve a perforare la pelle, nel maschio viene usato solo per prelevare nettare.







E' un insetto che vive ovunque e nonostante i rimedi più o meno empirici contro di lei la zanzara gode di ottima salute e ogni primavera inizia il suo ciclo riproduttivo, invariabilmente legato alla presenza di acqua.


Le uova vengono deposte sull'acqua in gruppi e
incollate una all'altre a formare minuscole zattere.


Anofele
 L'anofele è responsabile di epidemie malariche in Sicilia, Sardegna e nell'Agro pontino dove è ancora presente nonostante le periodiche disinfestazioni.

Tigre

Ultima arrivata proviene dal Sud Est asiatico. Il suo morso è doloroso e contrariamente a quanto si pensa, non è da noi portatrice delle malattie di cui è vettore nei paesi tropicali.

Questa invece è una TIPULA: Trattare questi insetti come fossero una strana specie di zanzara extra large è un errore molto comune, dovuto soprattutto alla paura di subire chissà quale dolorosa puntura, il tutto condito da una scarsa conoscenza del mondo degli insetti; ad esempio alcuni sono convinti che le zanzare tigre siano chiamate così per via delle grandi dimensioni, mentre di fatto sono lunghe appena 1 centimetro! Ad ogni modo se volete approfondire trovate la guida alla zanzara tigre a questo link).


A dispetto di quelle che per un occhio inesperto appaiono evidenti somiglianze anatomiche, però, questi insetti non hanno nulla a che fare con le zanzare, non sono nemmeno lontani parenti e, cosa più importante, per l’uomo sono assolutamente innocui in quanto non pungono.

 


mercoledì 4 giugno 2025

STRANI INCONTRI

IL MIO "INCONTRO"  CON L'IMPERATORE

           Era un pomeriggio di Novembre del 1970 alla stazione di Livorno; una di quelle giornate in cui il caldo estivo non si fa più sentire ma ancora si può godere di una gradevole temperatura  autunnale. Io studiavo a Pisa quell'anno e al ritorno, nel pomeriggio, stavo aspettando in stazione il treno locale che mi avrebbe portato a Castagneto Carducci, dove vivo tuttora.

           Durante l'aspettativa della coincidenza, sullo stesso binario lungo cui stavo tranquillamente passeggiando, accosta lentamente un altro treno e mi colpisce immediatamente l'immagine della carrozza che casualmente si ferma proprio davanti a me: -  Si vede subito che non è una carrozza aperta al pubblico; è riservata e la cosa mi incuriosisce non poco. Non posso fare a meno di osservare il finestrino che è poco sopra la mia testa e sopratutto l'uomo che se ne sta tranquillamente affacciato: - Di bassa statura, in un candido sari bianco, i tratti somatici inconfondibili dell'Etiopia, un viso scarno e ormai logoro dall'età e dalle innumerevoli vicissitudini ( che mi ripropongo senz'altro di approfondire ) - è proprio lui, l'imperatore Hailè Selassiè in persona.

           Io rimango nel momento assolutamente impietrito in quanto pur avendolo visto numerose volte in fotografia ma non sapendo assolutamente nulla della sua visita in Italia, non riesco proprio a realizzare per quale assurdo motivo si trovi lì, ma sopratutto nella maniera così informale che poteva essere quella di qualsiasi altro normale viaggiatore, senza lo stuolo di dignitari di corte e attorniato da gente con i più strani paramenti come sempre si vedeva.

          Ora, mi direte, un evento straordinario, certamente, una coincidenza più unica che rara trovarsi proprio lì in quel momento, ma niente più di una semplice coincidenza, senonché la cosa non finisce lì. 

           Ad una certa distanza da me, più lontana dai binari, c'è una ragazza con un bambino piccolo in braccio, verosimilmente il figlio di pochi mesi, a cui io nemmeno ho fatto caso; ma lui, dal finestrino mi fa un cenno: Ma come, penso, sta dicendo proprio a me? Ma come è possibile? Eppure non ho né fumato né bevuto, ma che cavolo...; poi, indicandomi la donna, capisco che è lei che vuole, allora la chiamo e la porto proprio sotto al finestrino.  Lui è già lì con una catenina d'oro in mano e sporgendosi la mette al collo del bambino.

           Pochi secondi e il treno riparte, lasciandoci stupiti e attoniti, io e la donna, unici presenti su tutto il marciapiede della stazione; nessun altro si è accorto di niente.  

           Ora dopo tanto tempo, ripenso a quanto avrebbero fatto i giornalisti per poter fotografare la scena ed io lì, senza nemmeno un telefonino ( i cellulari erano ancora lontani ) non ho altro che un ricordo indelebile nella mia mente, un ricordo che mi ha fatto molto pensare anche successivamente alla persona che, pur avendo subito un'occupazione militare da parte nostra, non sviluppo' mai sentimenti di rancore verso gli italiani.      

                                          L. Fancelli                                                                        

Dall'incoronazione in poi 

 Immagini della visita fatta all'Italia a Novembre 1970 ( dai giornali dell'epoca )

domenica 1 giugno 2025

PAPPA AL POMODORO ( a Castagneto Carducci )

 31  -  La pappa al pomodoro

 E' una ricetta perfetta per recuperare il pane secco avanzato: si prepara tutto l'anno con passata o polpa di pomodoro, ma è ideale anche per l'estate da gustare tiepida o fredda.

Questo piatto di origine contadina, di cui  ogni famiglia toscana conserva la sua versione (chi prepara prima il sugo poi versa il pane o chi fa cuocere il pane fin dall'inizio con il pomodoro), è sempre molto apprezzato anche dai dai turisti in visita nella nostra regione. Sembra incredibile come con così poco si possa ottenere un gusto così piacevole: tutto sta nella scelta degli ingredienti! Un buon pane, il pomodoro, un olio extravergine di oliva di qualità e tanta profumatissima nepitella!

Ingredienti per 3 persone: 

Almeno 3 etti di pane secco;

Passata o polpa di pomodoro q.b.;

Olio, aglio, sale,pepe, nepitella fresca q.b.; 

1 Pentolino di brodo di verdure ( accettabile anche fatto con dado );

                  In casseruola con abbondante olio soffriggere 4/5 spicchi d'aglio senza farlo annerire insieme ad un buon mazzetto di nepitella fresca debitamente legata;

Appena imbiondito l'aglio versare abbondante pomodoro con sale e pepe ( io preferisco una spolverata di peperoncino piccante ). Aggiungere inoltre mezzo pentolino di quel brodo vegetale di cui sopra e far andare a fuoco lento girando e rigirando per disfare il pane fino a ridurlo ad una zuppa. Durante l'operazione sarà necessario continuare ad aggiungere lentamente l'altra metà del brodo rimasto fino ad ottenere un prodotto più o meno omogeneo ma non liquido.

          Come pura decorazione mettiamo pure sopra due foglie di basilico sempre molto bene accetto dal pomodoro, e lasciare riposare in modo che il pane contribuisca all'assestamento del tutto.  Se siamo in periodo invernale la gusteremo tiepida con un ulteriore filo d'olio su ogni piatto ( magari a Dio piacendo disponiamo a fine Ottobre di un meraviglioso "olio novo " toscano, ricco di sapore e aromi che, chi vive in città, ben difficilmente arriverà mai a conoscere );  Se invece siamo in periodo estivo consiglio di farla freddare in frigo e gustarla ancora ben fresca.

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 ------------    vedi le altre ricette


 

domenica 20 aprile 2025

STUFATO DI BACCELLI E CARCIOFI

   
30 - STUFATO DI BACCELLI E CARCIOFI
              Fra le ricette cosiddette "povere " lo stufato di baccelli ( in realtà di fave ) è a Castagneto un piatto tradizionale del periodo primaverile, quando i baccelli dopo aver sentito i primi soli, sono induriti e non sono più nella fase ottimale per la consumazione da freschi con prosciutto, rigatino, salumi e formaggi vari.

INGREDIENTI / 4 PERSONE:
  •  FAVE  1 Kg. ;
  • CUORI DI CARCIOFO Almeno 4 ( o più secondo i gusti );
  • BUCCIA DI 1 ARANCIA ridotta a pezzetti grossolani;
  • 1 CIPOLLA rossa di taglia grande;
  • SEDANO 1 costola;
  • CAROTA 1 carota media grandezza;
  • OLIO      1 bicchiere abbondante ;
  • SALE E PEPE , PEPERONCINO PICCANTE Q.B.;
  • 1 BARATTOLO DI PELATI 250g.;
  • POMODORO MATURO RIDOTTO A DADINI 200g.

PREPARAZIONE:
   Sfritto base  di cipolla sedano e carota giustamente tritati in due cucchiai di olio,
a lenta cottura; una volta ottenuto aggiungere il pomodoro a pezzetti e pelati, quindi 
lasciare amalgamare lentamente. A questo punto inseriamo le fave e i cuori di carciofo
divisi anch'essi almeno in quattro, insieme alla buccia di arancia prima tagliata, sale, 
pepe e il rimanente olio precedentemente rimasto da parte.
        In ultimo, dopo una lenta cottura di almeno quaranta minuti, una spolverata di 
peperoncino in polvere che potrà essere dosato a seconda dei gusti.
         Opzionale ma altamente raccomandato: un paio di fette di 
rigatino su ogni portata ( tagliate fini e debitamente "scaldate" in padella ) sarà il migliore completamento di questo piatto.



















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lunedì 14 aprile 2025

ALLUMINIO - EFFETTI DEL SUO ACCUMULO NELL'ORGANISMO

 I numerosi effetti venefici dell'alluminio, si proprio quello che diamo ai nostri bambini insieme ad altre sostanze nei tanto raccomandati vaccini balzati recentemente alle luci della ribalta:

L'alluminio (Al) è frequentemente accessibile alle popolazioni animali e umane, al punto da poter causare intossicazioni. L'assunzione di Al avviene per inalazione di aerosol o particelle, ingestione di cibo, acqua e farmaci, contatto cutaneo, vaccinazione, dialisi e infusioni. Gli effetti tossici dell'Al inducono stress ossidativo, alterazioni immunologiche, genotossicità, effetti pro-infiammatori, denaturazione o trasformazione di peptidi, disfunzione enzimatica, alterazioni metaboliche, amiloidosi, perturbazioni di membrana, disomeostasi del ferro, apoptosi, necrosi e displasia. Le condizioni patologiche associate alla tossicosi da Al sono polmonite interstiziale desquamativa, proteinosi alveolare polmonare, granulomi, granulomatosi e fibrosi, miocardite tossica, trombosi e ictus ischemico, enterite granulomatosa, morbo di Crohn, malattie infiammatorie intestinali, anemia, morbo di Alzheimer, demenza, sclerosi, autismo, miofascite macrofagica, osteomalacia, oligospermia e infertilità, malattia epatorenale, cancro e cisti mammarie, pancreatite, necrosi pancreatica e diabete mellito. La revisione fornisce un'ampia panoramica sulla tossicosi da Al come base per indagini approfondite sulla tossicologia dei composti di Al di rilevanza per la salute pubblica.Figure 1

Diversi composti chimici con Al sono ampiamente utilizzati in vari prodotti e processi associati alle attività umane. Questi composti sono il cloruro di Al, l'idrossido di Al (triidrato di allumina), il nitrato di Al, il fosfato di Al, il solfato di Al (allume), il potassio di Al (allume di potassa), il solfato di ammonio di Al (allume di ammonio) e il silicato di Al (Anon, 1982; Lewis, 2001). I composti sono utilizzati nella raffinazione del petrolio greggio e nel cracking del petrolio; Produzione di utensili da cucina e fogli di alluminio, carta pergamena, inchiostro da stampa, vetro, ceramica, terracotta, filamenti incandescenti, fuochi d'artificio, esplosivi, torce fotografiche, isolanti elettrici, cemento, vernici e smalti, fumiganti e pesticidi, lubrificanti, detergenti, cosmetici, prodotti farmaceutici, vaccini, nonché nel trattamento e nella depurazione delle acque, nel trattamento delle acque reflue e delle pellicce, nella concia delle pelli, nell'impermeabilizzazione di indumenti e calcestruzzi, nella filtrazione industriale, nell'emodialisi, nella misurazione dell'esposizione alle radiazioni, in prodotti come ritardanti di fiamma e ignifughi, agenti anticorrosivi, additivi alimentari per prevenire l'agglomerazione e componenti di lieviti in polvere e coloranti (Anon, 1982, 2008a; Malakoff, 2000; Lewis, 2001; Soni et al., 2001; Saiyed e Yokel, 2005).

Per chi è interessato vedi qui la più vasta documentazione scientifica degli studi sugli effetti nocivi dell'alluminio ( National Library of Medicine - National Centre for Biotechnology Information - U.S.A.)

domenica 16 marzo 2025

ECCO COME SI INSTAURA UNA DITTATURA

Dittatura-Pinochet

  Otto dittatori che hanno giustificato la violazione dei diritti umani in nome della sicurezza nazionale. Ecco come si instaura una dittatura  

Tutte le dittature contemporanee hanno puntato a controllare e soggiogare la società attraverso la repressione e la violenza, ma anche costruendo il consenso con abili narrazioni propagandistiche. Nel corso del Novecento, che lo storico Eric Hobsbawm ha chiamato "il Secolo breve", fissandone i confini tra il 1914 e il 1991 (dalla Prima guerra mondiale al crollo dell'Urss), sono stati commessi innumerevoli crimini contro l'umanità. Ogni regime, però, ha cercato di passare per vittima e la violazione dei diritti umani è stata spesso giustificata in nome della sicurezza nazionale. Lo dimostrano le vicende di questi otto dittatori, tra i più efferati del Novecento.

Francisco Franco: il Caudillo

Franco (1892-1975) fu tra i generali golpisti che, nel 1936, scatenarono una guerra civile per abbattere la repubblica in Spagna. Il conflitto divise il Paese (e l'Europa) e costò centinaia di migliaia di vittime. Dopo la vittoria nel 1939, Franco istituì un regime fortemente centralizzato, trasformando il cattolicesimo in un collante sociale. La Spagna dovette rinunciare alla libertà e Franco divenne caudillo, un titolo simile a quello di duce o Führer. Le opposizioni vennero represse, le minoranze


perseguitate
 e le voci dei dissidenti annegate nel silenzio. Nei primissimi anni di consolidamento del regime, tra 30mila e 50mila spagnoli furono uccisi e altri, probabilmente più di mezzo milione, passarono per un'estesa rete di circa 300 campi di concentramento.

QUASI IMMORTALE. Durante il secondo conflitto mondiale Franco guardò con favore ai progetti di matrice nazifascista, ma non entrò in guerra e proprio la scelta della neutralità lo salvò dopo il 1945, anche se venne isolato a livello internazionale. L'emarginazione si attenuò comunque con la Guerra fredda, quando le potenze occidentali videro in lui un baluardo anticomunista nel Mediterraneo. La Spagna, con una pesante eredità sulle spalle, tornò alla democrazia solo dopo la sua morte.

François Duvalier: "Papa Doc"

Della storia dell'isola di Haiti, influenzata dell'eredità oscura del colonialismo e dello schiavismo, François Duvalier (1907-1971) fa ormai parte a pieno titolo. Medico intraprendente, lottò per approdare in politica e fu eletto presidente nel 1957. Dopo un fallito colpo di Stato ai suoi danni, però, imboccò la via dell'autoritarismo. Promosse il vudù come elemento centrale della cultura haitiana e lanciò un forte messaggio di rivendicazione afroamericana, aspirando a diventare il protettore spirituale della nazione. Nel 1961 venne rieletto forzando la Costituzione e nel 1964, dopo un referendum, si proclamò presidente a vita.




MILIZIE PARAMILITARI. Noto in inglese come "Papa Doc", per via del suo passato da dottore, governò con un misto di paternalismo e populismo, diffondendo immagini e slogan celebrativi. Usò in modo disinvolto le scarse risorse pubbliche di Haiti e ricorse al pugno di ferro contro gli oppositori, soprattutto tramite una milizia paramilitare. L'isola fu avvolta da una cappa di terrore, con circa 20mila o 30mila vittime. Nessuno seppe contrastarlo, anche perché fu abile nel presentare se stesso come un argine al comunismo in Sud America. Resistette fino alla morte, nel 1971, quando il potere passò al figlio.

Augusto Pinochet: il "macellaio" di Santiago

Con lo sguardo torvo e un velo di aristocratico disprezzo sul volto, il generale Pinochet fu il leader della giunta militare che, tra il 1973 e il 1990, trasformò il Cile in una dittatura. Dopo aver orchestrato il colpo di Stato che rovesciò il governo eletto del socialista Salvador Allende, Pinochet instaurò un durissimo regime di terrore. La Costituzione venne congelata, i partiti politici sciolti, la Corte suprema sottoposta al potere esecutivo e ogni libertà calpestata. Invocando la restaurazione dell'ordine e della concordia nazionale, molti oppositori furono


arrestati, torturati o uccisi, soprattutto nella fase di consolidamento del regime. A migliaia, inghiottiti nella notte, vennero tolti dalla circolazione senza lasciare tracce (i desaparecidos). Circa 40mila cileni subirono forme di violazione dei diritti umani, come l'illegittima detenzione per motivi politici e il sequestro, mentre i morti, accertati dalle inchieste condotte dopo la fine del regime, furono oltre 3mila.

NESSUNA GIUSTIZIA. Pinochet fu uno dei pilastri dell'anticomunismo in America Latina e ottenne riconoscimenti internazionali. Si fece da parte, ormai anziano, solo con l'avvio della transizione alla democrazia, per poi essere incriminato sia in Cile sia in altri Paesi. Finì quattro volte agli arresti domiciliari ma non arrivò mai a un processo. Morì di scompenso cardiaco da cittadino libero.


Jorge Videla: il dittatore argentino

Membro di spicco dell'esercito, il generale Jorge Rafael Videla (1925-2013) governò col pugno di ferro l'Argentina dal 1976 al 1981, durante il cosiddetto Processo di riorganizzazione nazionale, il periodo in cui venne creata una complessa struttura autoritaria con l'obiettivo di costruire un modello di società fondato su princìpi gerarchici e conservatori. Il regime si distinse per le pratiche di repressione sistematica, quasi sempre segrete, e tantissimi cittadini (tra cui militanti, sindacalisti e giornalisti) vennero considerati nemici della nazione.


OPERAZIONE CONDOR. Il generale Videla divenne un punto di riferimento per l'estrema destra internazionale e contribuì all'Operazione Condor: una serie di azioni spregiudicate coordinate dai servizi d'intelligence delle dittature militari del Sud America, con l'appoggio degli Stati Uniti, per impedire la diffusione di idee progressiste, socialiste o comuniste rivoluzionarie nel continente americano.


L'Argentina fu dunque sconquassata, moltissime donne vennero private dei propri figli appena nati, durante la detenzione illegale migliaia di individui furono uccisi e circa 30mila di loro scomparvero. Una ferita profondissima che, malgrado la successiva condanna del dittatore, non si è ancora cicatrizzata.

Pol Pot: il rieducatore

Saloth Sar (1925-1998), meglio noto con il nome di battaglia di Pol Pot, studiò in Francia e dal 1963 assunse la guida del Partito comunista della Cambogia e della formazione guerrigliera dei Khmer rossi. Strinse legami con la Cina di Mao Tze-tung e combatté la monarchia cambogiana, in un Paese stremato dai conflitti civili e destabilizzato dalla vicina guerra in Vietnam. Prese infine il potere nel 1975. In polemica con l'ortodossia marxista, avviò un esperimento radicale per rimodellare la società in senso agrario e creare un "uomo nuovo" dedito al partito e alla patria.

GENOCIDIO. 


Abusi, deportazioni ed eccidi di massa erano all'ordine del giorno. Dal 1976 al 1979 tantissimi cambogiani, tra cui molti intellettuali, vennero rinchiusi nei campi di lavoro dove morirono per fame e malattie, tanto che si parla di genocidio nei confronti di intere classi sociali: oltre 1 milione di morti, circa un quarto della popolazione. Nel frattempo, Pol Pot ottenne l'appoggio indiretto di Stati Uniti e Cina per contrastare il Vietnam, in lotta per l'egemonia nel Sud-est asiatico. Ma quando i vietnamiti invasero la Cambogia, Pol Pot fuggì. Il dittatore rientrò nel Paese solo nel 1989, sempre più isolato, e morì a 73 anni senza mai aver subito un processo.

Bokassa (1921-1996) nacque nella colonia francese dell'Ubangi-Sciari (Africa Centrale). Si arruolò nelle truppe coloniali dell'esercito di Francia e quando nacque la Repubblica Centrafricana, dopo l'indipendenza nel 1960, divenne capo delle forze armate. Nel 1966, con un colpo di Stato, assunse i pieni poteriGovernò senza badare a spese, nonostante fame e malattie che falcidiavano la popolazione, e fu ossessionato dall'idea di passare alla Storia.


MODELLO NAPOLEONE. Per emulare il suo idolo, Napoleone Bonaparte, nel 1976 assunse addirittura il titolo di imperatore, facendosi poi incoronare con una sfarzosa cerimonia che costò circa 20 milioni di dollari. Il suo regime si distinse per le torture diffuse e le macabre esecuzioni di dissidenti e minoranze. Il dittatore venne anche accusato di cannibalismo (un'accusa mai provata, però). Pomposo e megalomane, Bokassa sostenne gli interessi occidentali in Africa e per anni la Francia lo lasciò fare. Solo con il tempo venne isolato e nel 1979 fu spodestato da un nuovo colpo di Stato.

Più tardi rientrò nel suo Paese e alla fine un'amnistia generale, promulgata in occasione del ritorno della democrazia, estinse la condanna che aveva ricevuto. Morì quindi da uomo libero.

Idi Amin Dada: il megalomane

Membro di una delle piccole etnie dell'Uganda, Amin (1925-2003) fece una rapida carriera militare appoggiando il primo ministro e presidente Milton Obote, salvo poi rovesciarlo nel 1971. Si legittimò agli occhi del mondo promettendo di restare al comando solo temporaneamente, ma trasformò il Paese in una dittatura. All'inizio l'Occidente lo considerò un potenziale alleato e un personaggio eccentrico, sempre sopra le righe. Nel 1977, per esempio, si autoattribuì il titolo di "signore di tutte le bestie della terra e dei pesci del mare". A poco a poco, però, la vera natura del suo potere venne alla luce.


FINE DORATA. Amin fu una mina vagante in campo internazionale e si avvicinò all'Urss. Si seppe poi di abusi, violenze e politiche razziste: 50mila persone d'origine asiatica furono espulse, alcune etnie perseguitate e molti ugandesi, tra 100 e 300mila, furono torturati e uccisi. Il regime crollò nel 1979 per tensioni col Kenya e scontri con la Tanzania. Amin fuggì in Libia poi in Arabia Saudita, vivendo nel lusso fino alla sua morte.

Haji Mohammad Suharto: complottista

Leader della fazione di destra delle forze armate indonesiane, Suharto (1921-2008) si affermò in anni di forti tensioni sociali, indebolendo progressivamente il ruolo di Sukarno, il primo presidente dell'Indonesia libera dopo l'indipendenza ottenuta dai Paesi Bassi nel 1949. Suharto fece leva sull'ossessione anticomunista dei militari, enfatizzò al massimo il pericolo di complotto contro lo Stato e nel 1965, con un colpo di mano, assunse il controllo effettivo del governo.

Strumentalizzando la paura realizzò una spietata manovra reazionaria: rafforzò l'esercito, inasprì le misure di sicurezza, colpì i sindacati e censurò la stampa.


ANTICOMUNISTA. I suoi primi bersagli furono i comunisti: demonizzati, arrestati, vessati e, in gran numero, massacrati. Tra il 1965 e il 1966, da Bali a Giacarta si consumò una delle peggiori stragi del Novecento: secondo stime prudenti, oltre 500mila militanti e simpatizzanti del Partito comunista indonesiano (Pki), allora uno dei più grandi partiti comunisti al mondo, vennero uccisi. Suharto consolidò poi il suo regime, schierandosi su posizioni rigidamente filo-occidentali. Perse il potere soltanto nel 1998, dopo aver segnato per sempre la storia dell'Indonesia contemporanea.


( Liberamente tratto da  FOCUS )