FANCY 1

Qualcosa per riflettere, pensare, sognare...alzare il "punto di vista"...

lunedì 6 luglio 2020

NELLE FORESTE DEI GRANDI VECCHI

California, terra degli alberi fenomeno


       Quì vivono le piante più alte, più vecchie e più grosse di tutto il pianeta. Portano i nomi dei più bellicosi generali americani. Il generale Sherman è un vecchio vigoroso e prestante, dal portamento eretto e dalla chioma ancora giovanile; molto conosciuto e stimato in quell'angolo di California dove ha messo radici tanti e tanti anni fa. Se avessa la capacità di ricordare e se il fruscio delle sue foglie al vento della Sierra Nevada si potesse tradurre in parole, ne avrebbe di cose da raccontare.
        Il Generale Sherman è una sequoia gigante che ha più di tremila anni. Quando nasceva da un seme non più grande di sei millimetri la civiltà egizia era in declino, quelle dei sumeri e degli ittiti si erano appena estinte, gli etruschi approdavano in Italia e i Fenici inventavano l'alfabeto. Roma sorgeva quando il Generale Sherman aveva già più di 250 anni.
        C'è qualcosa che lo rende però unico rispetto a tutte le altre grandi sequoie presenti nelSequoia National Park e nel Yosemite National Park: Lui è in assoluto l'essere vivente più grande che esista sulla Terra.
        Alto 83,80 metri pesa 1385 tonnellate e il suo tronco che alla base ha una circonferenza di metri 31,30, ha un volume di 1486 metri cubi.Il ramo più basso si trova a 45 metri dal suolo, ha un diametro di oltre un metro e mezzo ed è lungo più di 40.






La foresta dei giganti ospita altri esemplari di tutto riguardo: General Lee ( 76,20 metri di altezza  e 24,20 di circonferenza ), Lincoln Tree ( 79, 29,80 ) , General Grant ( 81,40, 32,80 ) Washington Tree ( 73,70 - 25,50 ). Il più vecchio chiamato Matusalemme ha un'età di 4600 anni ma ce n'è un altro la cui datazione ha dato come risultato 4900 anni.





L'ambiente dove vivono questi giganti  è esattamente il contrario di quello che ci si aspetta.Verrebbe da pensare infatti che se un organismo vegetale è riuscito a vivere così a lungo è perché ha trovato le condizioni ottimali:umidità e temperature adeguate, substrato ricco e nutriente. Niente di tutto questo.
Quì, tra i 3200 e i 3900 metri di altitudine il freddo gela le ossa anche in Luglio. Le precipitazioni sono scarse perché le masse d'aria che arrivano dal Pacifico incontrano la barriera della Sierra Nevada sui cui contrafforti occidentali scaricano tutta l'umidità. Alle White Mountains arrivano solo venti asciutti che battono le nude pendici. Quanto al substrato è roccia dolomitica così chiara che riflette buona parte dei  raggi solari, così inospitale che non vi cresce nessun altra forma di vita se non il Pinus aristata. Qual'è il loro segreto? Sostanzialmente quello di possedere un legno "eterno". Quasi tutti i pini più vecchi sono morti solo all'80% sopratutto per l'azione violenta e distruttiva del vento; ma il legno ormai morto quì sulle White Mountains è immarcescibile perché a queste temperature e a queste altitudini non esistono nè batteri nè funghi che lo decompongano.Così il legno seppure morto continua a svolgere la sua funzione di sostegno e di protezione nei confronti dei pochi tessuti ancora vivi e sani che sono però sufficienti non solo a mantenere la crescita, ma a produrre, pure in numero ridotto, gemme, nuovi rami, foglie, fiori, frutti e semi che perpetuano la specie. Una vita al rispermio dunque e sopratutto al rallentatore: Un tronco di P.Aristata può crescere di spessore di soli 2, 2,5 cm in un secolo; fu trovato un esemplare alto meno di un metro con un diametro di 7- 8 cm che aveva 700 anni.


STORIE MAI DIVULGATE
Pinus aristata e sequoia sono piante che hanno preso la vita veramente "con filosofia" - un solo esempio:Cominciano a fruttificare a 125 anni di età; le pigne impiegano 18 mesi a maturare ma posso passare altri 20 anni prima che si aprano e i semi si disperdano al suolo. Ma cosa c'è dietro questa enorme longevità? Sappiamo che la durata della vita è legata al patrimonio genetico, fissata fin dalla nascita. Ci sono così piante come quelle del deserto i cui semi possono restare quiescenti per mesi o per anni ma che poi, alla prima pioggia germinano, fioriscono e fruttificano in 24 ore. Ce ne sono altre come le sequoie e i Pinus aristata che vivono dei millenni perchè il loro patrimonio genetico ha messo in moto una serie di controlli ormonali che "congelano" l'albero in uno stato di senescenza perenne.
    Nelle sequoie la difesa più efficace è la corteccia, spessa fino a 60 - 70 cm. Quando si sviluppa un incendio si raggiongono facilmente i mille gradi ma per un breve tempo.Tenendo presente che la trasmissione di calore attraverso la corteccia è dell'ordine di un centimetro l'ora è chiaro che le sequoie non corrono alcun serio pericolo. Resta da valutare l'ultimo e più serio pericolo: - L'uomo.  Per secoli gli alberi californiani hanno avuto la fortuna di condividere la loro esistenza soltanto con gli indiani, in un rapporto di perfetta armonia.  Questo popolo viveva nel pieno rispetto della natura poiché attribuiva ad un animale, una pianta, un fiume o una pietra lo stesso valore dell'uomo: tutti figli dello stesso padre. L'albero in particolare era considerato sacro in quanto simbolo del Grande Spirito, immagine del cammino esistenziale dell'uomo; una concezione che si ritrova immutata in numerosi altri popoli.

       Prima che si concludesse la conquista del Far West e si abbattesse anche sulla California l'ondata della "corsa all'oro" gli unici bianchi ad avventurarsi nelle grandi foreste erano botanici europei che si limitavano a prendere annotazioni o riportare qualche seme in patria.    Il primo a dare notizia dell'esistenza di alberi così grandi fu un milanese, Giovanni Crespi che nel 1769 che accompagnava in California una spedizione spagnola giunta dal Messico via terra.  Ma fu solo nel 1847 che per merito del tedesco Stephen Endlicher che il nome Sequoia acquistò il diritto di cittadinanza scientifica, in onore di un indiano che portò a termine un'impresa del tutto eccezionale.   Sequoyah, figlio di una cherokee e di un commerciante inglese, pur non avendo alcuna istruzione decise di dare un alfabeto al suo popolo. Ci mise dodici anni ma il risultato fu eccellente: Inventò un alfabeto composto da 85 caratteri, così semplice che si poteva apprendere in tre giorni. Fu adottato ufficialmente nel 1825 e nel 1828 uscì ufficialmente il primo giornale indiano, il " Cherokee Advocate "

Arriva il "progresso"
         Dopo millenni di vita tranquilla arrivarono i tempi duri. Tra il 1850 e il 1880 circa un terzo del patrimonio boschivo andò distrutto a causa di dissennati disboscamenti. Pare che fosse un segno di grande prestigio per i nuovi ricchi californiani ostentare una casa fatta interamente di legno di sequoia. 

Tutta in legno di sequoia questa grande casa  costruita nel 1860 ( nasceva la repubblica italiana ) nella cittadina di Eureka ( California ).

Nel 1890 il governo si vide costretto a dichiarare le foreste patrimonio nazionale e istituire quei parchi naturali in cui ancora oggi possiamo ammirare Generale Sherman e tutti gli altri.
                Quì ora vivono protetti come reliquie accuditi dai rangers che hanno cura di ripulire il sottobosco e canalizzare il flusso delle migliaia di turisti in modo che il loro calpestio non danneggi l'apparato radicale di questi giganti, molto esteso ma piuttosto superficiale ( non si spinge oltre i due - quattro metri di profondità ).

                Anche in Italia vivono numerosi "patriarchi" che, pur non raggiungendo le dimensioni e l'età di quelli americani, sono senz'altro degni di essere conosciuti, valorizzati e magari PROTETTI.
So che un censimento a suo tempo fu fatto dal Corpo Forestale, ma poi come tutte le cose in Italia si iniziano...














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