Una fattura per lire 266 soldi 13 e denari 4 emessa dagli artisti Clemente Susini e G.Ferroni nel 1782 e saldata dal grande naturalista Felice Fontana è la transazione per uno degli oggetti più singolari nella storia dell'arte e delle scienze: la Donna della Specola di Firenze; ridondante rispetto alle sue intenziuoni didattiche questa languida Venere scomponibile è anche un mostro surrealista o, se si vuole, il capolavoro di un iperrealismo spinto sino alle viscere.
"Oggi sono stata a visitare il Gabinetto di Fisica e nonostante mi sia trattenuta solo pochi minuti non riesco ancora a liberarmi della sensazione di disgusto che ne ho riportato. Dovrebbero assolutamente esserci delle restrizioni per impedire che questi modelli vengano visitati da uomini e donne contemporaneamente!
Sono entrata con un'amica ma ho dovuto ritirarmi subito non appena ho veduto signori e signore, anche molto giovani, in contemplazione di oggetti forse utili per la scienza ma certamente inadatti ad essere esposti in un ambiente così promiscuo." Tale il giudizio di lady Blessington ( 1839 ) dopo una fugace visita alla già celebre collezione di cere anatomiche del Real Gabinetto di Fisica e Storia Naturale in Firenze, più noto col nome di Museo della Specola.
Con altro spirito lo svedese Adolph Murray, professore di anatomia all'università di Upsala, nel 1780 aveva osservato: " ...lo studioso di anatomia godrà di trovare in questo tempio di Minerva, oltre ogni aspettativa, molte parti del corpo riprodotte in cera. Colui che studia le preparazione di Ercole Lelli e dei Manzolini in Bologna, di Verniani a Torino e Biheron a Parigi, zeppe di errori, ha tutte le ragioni di condannare questo sistema di imitazione della natura, ma cambierà opinione quando esaminerà i preparati fatti a Firenze."
Giuseppe Galletti chirurgo e ostetrico presso il fiorentino Arcispedale di Santa Maria Nuova, avendo assistito all'impresa di Lelli a Bologna, decise nel 1770 di impiantare anche a Firenze un laboratorio di modelli anatomici che dopo una serie di faticosi tentativi cominciò a dare buoni frutti grazie all'abile modellatore Giuseppe Ferrini, scultore livornese. Quasi contemporaneamente un'attività analoga fu iniziata nella stessa città in Via Romana da Felice Fontana in alcuni locali di uno stabile che il granduca Pietro Leopoldo di Lorena gli aveva messo a disposizione quale sede per l'istituendo Real Gabinetto di Fisica e Storia Naturale. Sotto la guida del Fontana, uno dei maggiori scienziati italiani del XVIII ° secolo, anatomista, zoologo, fisico e chimico di valore il lavoro procedette tanto alacremente che nel 1775, quando il museo fu inaugurato, i modelli in cera, tra cui tre statue a grandezza naturale erano già 486, distribuiti in 137 teche occupanti sei sale.
Il Granduca era inizialmente contrario alla dissezione dei cadaveri ma il Fontana lo indusse a consentirla sostenendo che se si fosse riusciti a riprodurre in cera tutte le meraviglie della nostra macchina non vi sarebbe stato più bisogno di dissezioni e gli studiosi, i medici, i chirurghi e gli artisti avrebbero trovato in ogni tempo eguali incorrotti e inodori i modelli desiderati.
Più tardi, col procedere dell'attività del laboratorio di ceroplastica, Pietro Leopoldo ne divenne addirittura un appassionato, preparando le vernici per l'officina della Specola. Comunque, a parte la forza di convinzione degli argomenti del Fontana, ciò che accese gli entusiasmi granducali per i modelli in cera fu senza dubbio l'eccellenza dei risultati raggiunti, che ha sempre destato l'ammirazione degli uomini di cultura della più varia formazione. Uno dei modellatori spiccava fra tutti per la sua abilità tecnica, Clemente Susini. Nato nel 1754 nel "popolo" di San Lorenzo in Firenze, avviato ben presto allo studio delle belle arti, si perfezionò nella scultura in bronzo. Lavorava già nello studio di un artista fiorentino quando a 19 anni entrò a far parte come apprendista modellatore in cera , del Real Gabinetto di Fisica e Storia Naturale, dove rimase per quarant'anni, fino alla morte.
Lavorò al fianco del già ricordato Giuseppe Ferrini ma, dotato com'era di una migliore preparazione artistica superò in breve il maestro tanto che già nell'Agosto 1782 ne aveva preso il posto. Il Susini divenne così l'artefice principale dei modelli in cera policroma del museo fiorentino e in altri musei italiani. Il Susini portò la tecnica ceroplastica a livelli mai prima raggiunti e mai più superati; acquistò una padronanza così profonda dell'anatomia da essere in grado di eseguire una statua anatomica destinata all'università di Pavia senza avere il cadavere di modello. Molti modelli eseguiti nell'officina di Firenze su commissione di istituti italiani e stranieri si trovano A Torino, Pavia, Pisa, Siena, Cagliari, Bologna, Genova e in Francia, Olanda Spagna, Inghilterra, Svezia, Russia, Egitto ecc..oltre alla Scuola Medica Militare di Vienna.
Nessun commento:
Posta un commento