FANCY 1

Qualcosa per riflettere, pensare, sognare...alzare il "punto di vista"...

mercoledì 6 febbraio 2019

ALLA FACCIA DI " LIBERTE' EGALITE', FRATERNITE' , LA FRANCIA SFRUTTA ANCORA LE COLONIE

Uno sfruttamento "politically correct".



1. Al franco cfa sono vincolati 14 Paesi africani. L’Africa di Paesi ne conta 54. Negli altri 40 va tutto bene? Direi proprio di no.
2. In base ai dati ufficiali degli sbarchi forniti dal Viminale, aggiornati al 31 dicembre 2018, si indicano i Paesi di provenienza dichiarati dai migranti. Abbiamo al primo posto la Tunisia, con oltre 5mila persone, seguita da Eritrea (oltre 3mila), Iraq (1700), Sudan (1600), Pakistan (1500), Nigeria (1200), Algeria (1200), Costa d’Avorio (1000), Mali (800), Guinea (800).
Ho arrotondato, le cifre mi servono giusto per far capire in maniera chiara che fra i primi dieci Paesi di provenienza ci sono solo due Stati che usano il franco cfa, che sono la Costa d’Avorio e il Mali: 1800 persone e poco più. Quindi, in sintesi: il franco cfa è un problema? Sì. E anche grosso. E sbaglia chi  nega le sue pesanti ricadute sulle fragili economie africane. Ma il franco cfa è la causa di tutti i mali d’Africa? No. È la causa dei flussi migratori? No, se non in  parte.
Per essere ancor più chiaro ed esplicito: la Francia attua politiche che potrebbero chiamarsi neocoloniali? Sì. È da sola? No. Niente affatto. È in ottima compagnia. Il continente nero è da anni, da decenni, anzi da secoli preda di interessi di ogni genere. Senza andare indietro nel tempo, oggi a spartirsi la torta sono i Paesi europei, gli Stati Uniti e diversi Paesi arabi e asiatici, tra cui fa da padrona la Cina, che se ne frega del rispetto dei diritti umani e stipula contratti ovunque pur di foraggiare la propria crescita economica. Noi occidentali, almeno sulla carta, il rispetto dei diritti umani lo pretendiamo. Salvo poi agire sottobanco alimentando corruzione e sfruttamento. E non so cosa sia peggio, fra la nostra ipocrisia e il freddo pragmatismo cinese. Di certo, né l’uno né l’altro fanno bene al continente.
Forse dovremmo partire dal decolonizzare le economie e le politiche africane. Forse dovremmo smettere di scegliere noi i leader che ci fanno comodo perché corruttibili, perché si prestano a lasciar proseguire lo sfruttamento indiscriminato del continente, e avversare gli altri, tacciati di essere nazionalisti antioccidentali. Ma attenzione: anche qui la situazione è complessa e c’è chi – fra i leader africani – si fa vanto di far la voce grossa con l’Occidente semplicemente per poter rubare e affamare impunemente il suo popolo. Le situazioni – dicevo – sono complesse e ogni semplificazione è nemica del vero.
Eppure gli africani francofoni sono sempre più nettamente schierati contro il franco cfa e quelle che vengono sempre più spesso viste come ingerenze della Francia nelle scelte politiche interne. Un esempio su tutti: tra le cause che portarono all’interventismo francese in Libia (lasciando in eredità al mondo un non-paese nelle condizioni che vediamo, con tutte le conseguenze), non c’erano solo gli interessi legati al petrolio, né la volontà di Sarkozy di coprire i finanziamenti ricevuti per la sua campagna elettorale.
Gheddafi avrebbe avuto in programma il lancio di una moneta panafricana. Questo avrebbe ovviamente comportato la scomparsa del franco cfa e delle enormi entrate nelle casse francesi. Badate bene, non si tratta di dietrologie o complottismi. Se ne parlava ad esempio in una delle mail inviate a suo tempo da uno degli uomini sul terreno a Hillary Clinton e rese pubbliche nel 2016 da WikiLeaks. E per non destare sospetti di partigianeria, vi mostro che ne parlava lo stesso Le Monde.
                           Laurent Gbagbo,ex presidente della Costa d'Avorio è stato prosciolto dalla Corte dell’Aja. Ebbene, nella sua autobiografia il discusso capo di Stato racconta che aveva deciso di uscire dal giogo del franco cfa. Tenete conto che la Costa d’Avorio è la prima economia dei 14 Paesi vincolati alla moneta francese e ne rappresenta da sola circa il 40%. Ebbene – stando a Gbagbo – la Francia organizzò una ribellione e fece in modo di far cadere il suo governo e di far passare il Paese nelle mani dell’opposizione. Qui va precisato che si tratta solo del suo racconto, senza altri riscontri oggettivi. Tuttavia, è quantomeno un elemento di riflessione. Senza contare la frase sibillina con cui lo stesso Silvio Berlusconi avrebbe messo in guardia Gbagbo nel 2002: “Non fidarti di Jacques Chirac. È molto simpatico, ma ti pugnala alle spalle”. E quella notte ci fu un tentativo di golpe.-------------------     
Il funzionamento del CFA spiegato da chi lo subisce  
            §§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

Nessun commento:

Posta un commento