Secondo i cosmologi più accreditati l'inizio dell'universo non ha affatto bisogno di un creatore ( forse non c'è un vero e proprio inizio nemmeno come big bang ), perché
a livello subatomico le cosiddette "particelle" ( che in realtà non hanno nulla di quello che il senso comune identifica come particella ) emergono dal nulla continuamente e nel nulla
scompaiono invertendo il famoso principio della termodinamica per cui
"Nulla si crea e nulla si distrugge.." - principio che tuttavia resta
valido a livello macroscopico.
Il creazionismo invece assume come fatto certo la precisa volontà di un Creatore, rinunciando a qualsiasi spiegazione o ricerca scientifica e abdicando di fatto ad una fede totale, che si appoggia più o meno liberamente, sulle cosiddette sacre scritture.
Sembra essere un'eterna lotta tra ragione e fede che basandosi su principi tra loro incompatibili non avrà mai termine.
In realtà le due strade che fino ad oggi hanno sempre corso parallelamente potrebbero ora trovare dei punti di tangenza: La scienza potrà forse trovare non più incompatibile l'ammissione di un creatore così come la fede, riconoscendo Galilei, ha ritenuto di poter convivere con la legittima indagine scientifica.
In fin dei conti che cosa significava veramente la famosa frase di Einstein "Dio non gioca a dadi con l'universo"?
Era la concezione chiamata "determinismo", la convinzione che ogni cosa fosse determinata da una precisa causa, regolata inderogabilmente da una precisa legge fisica e pertanto, conoscendo tutte le particolari leggi fisiche ( tradotte dalle relative formule matematiche ), si sarebbe dovuto arrivare ad una
teoria unificata che avrebbe spiegato tutta l'evoluzione dell'universo fino ad oggi, e cosippure completamente, quella futura.
Un sogno che doveva fatalmente scontrarsi con le nuove visioni aperte da una assai "bizzarra" meccanica quantistica, un quadro che sconvolgeva completamente quel determinismo e ci portava a pensare che probabilmente Dio, con l'universo, stava veramente giocando a dadi.
La terza ipotesi: il biocentrismo.
Un albero che cade nel bosco fa rumore? Se ci pensate un po' capirete che no, non fa alcun rumore perché il rumore esiste solo nella testa di chi ascolta e quindi se non c'è nessuno ad ascoltare, non c'é alcun rumore. Allo stesso modo tutte le percezioni umane, colore odore, sapore ecc.. non esistono di per sé ma solo nella nostra mente; noi siamo pertanto il centro creatore e ciò che cessiamo di percepire è come se svanisse in un limbo di estenza/non esistenza.
Sono concezioni strettamente connesse con le sconcertanti scoperte dei comportamenti delle particelle subatomiche ( meccanica quantistica ): dislocazione, emersione dal nulla e disintegrazione nel nulla, il tutto senza alcuna causa. Ma tutto, a dispetto di ogni logica e ragionamento a noi consueti è ora provato e verificato; Si ha la precisa impressione ( almeno per me ) che veramente qualcuno lassù si diverta tanto a farci impazzire oppure,dall'alto del Suo scranno, abbia deciso che questa è la giusta punizione per la nostra continua e insaziabile curiosità.
E' impressionante l'analogia di queste idee con quelle di un filosofo nato nel 1685 BERKELEY (essere significa essere percepiti); comincia a intravedersi anche la possibilità di qualche interazione tra futuro e passato.
vedi quì
Per concludere dirò che anche l'evoluzionismo darwinista ha oggi subito una completa revisione, nel senso che tutta l'impostazione esclusivamente ambientalistica ha dovuto essere integrata e contemperata con le nuove conoscenze della genetica acquisite da trent'anni a questa parte.
L'ambiente ha certo mantenuto una certa parte di importanza nella selezione naturale, ma un'altra grande parte è stata ora assegnata alla variabilità genetica che agendo in modo del tutto casuale ( sarà un caso? ) introduce continuamente varianti ( errori nel DNA ) : - Questi, quando portano ad una migliore funzionalità, o per meglio dire ad un "guadagno" ( la natura è strutturata in senso utilitaristico/opportunistico ) possono attecchire, cioè dare vita ad una nuova linea riproduttiva, in tempi anche rapidi che non sono affatto quelli "geologici" che abbiamo creduto fino a ieri.
Perché i sessi sono due?